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    Napoli: un fascista vale più di un ebreo. La città dice no ad una piazza in memoria di Giorgio Ascarelli

    Dopo due anni di tira e molla, di burocrazia, di tavoli tecnici e riunioni di quartiere, giunge definitivamente uno stop alla speranza di poter vedere una strada o una piazza portare il nome di Giorgio Ascarelli, ebreo napoletano. Imprenditore, filantropo e sportivo, oltre a fondare il Calcio Napoli, Ascarelli commissionò e finanziò a proprie spese la costruzione di un nuovo campo sportivo (successivamente distrutto dai bombardamenti), di proprietà privata del club, al Rione Luzzatti, nei pressi di piazza Garibaldi. Fu uomo di grande cultura, ma soprattutto filantropo e alle sue esequie, avvenute nel 1930, a soli 36 anni a causa di un attacco di peritonite, parteciparono migliaia di napoletani.

    A Napoli oggi quasi nessuno lo ricorda più. Eppure fu lui, tra le tante cose buone realizzate in questa città, a finanziare anche un orfanotrofio a Posillipo, donando alla città una villa a Marechiaro e a fondare il Circolo Canottieri la cui sede donò alla città.

    Per onorare la memoria di Ascarelli il sindaco di Napoli De Magistris si era preso l’impegno di cambiare nome a Piazzale Tecchio – proprio di fronte lo stadio San Paolo – che porta il nome dell’ex segretario provinciale del partito nazionale fascista. Fu lo stesso De Magistris nel gennaio del 2018 a postare la bella notizia sui social: «Piazzale Vincenzo Tecchio, si chiamerà piazza Ascarelli. Il mio annuncio arriva nel giorno in cui ricordiamo Luciana Pacifici, una delle più piccole vittime della ferocia nazista, morta ad Auschwitz. Anchevia Vittorio Emanuele III, che promulgò le leggi razziali, cambierà nome in via Salvatore Morelli. Per non dimenticare, mai!». 

    Sono passati due anni da quella promessa che aveva avuto il sostegno e l’incoraggiamento di tante persone e enti, a cominciare dalla Comunità ebraica di Napoli, insieme con la Federazione Italia-Israele, che si era resa promotrice dell’iniziativa e anche dall’ambasciata dello Stato d’Israele in Italia. Sostegno e incoraggiamento erano arrivati poi anche dai tifosi del Napoli, felici di poter finalmente vedere intestato il piazzale antistante lo stadio San Paolo a chi aveva fondato la società azzurra. 

    Poi, però, è accaduto qualcosa che ha affossato il progetto. A nulla sono valsi i pareri positivi e favorevoli delle varie commissioni e sottocommissioni pubbliche dell’amministrazione comunale. Il progetto di modifica della toponomastica ha avuto il parere contrario dai rappresentanti che siedono nella consulta in rappresentanza dell’Istituto di Storia Patria, ma soprattutto di un non meglio comitato di residenti nella zona, i quali avrebbero opposto un fermo “no” al cambio di nome, con una originale motivazione: modificare, dopo tanti anni, il nome di una via o di una piazza creerebbe confusione e difficoltà persino nel recapitare la posta. 

    A questo punto sembra difficile un ripensamento. Ma Giorgio Ascarelli merita di non essere dimenticato e merita che il suo nome sia onorato. Perché non dedicare al suo nome lo Stadio San Paolo ?

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