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    Museo ebraico di Ferrara: sospesi i finanziamenti. Si ferma ammodernamento

    Il Segretariato regionale del Ministero per i Beni culturali (Mibac) ha deciso di non impegnare “i 25 milioni circa di euro che erano già stati stanziati per l’ultimo lotto previsto per il completamento del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (Meis)”. Lo hanno comunicato in modo congiunto il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, e l’assessore alla cultura dell’Emilia-Romagna, Massimo Mezzetti, in “una denuncia necessaria per ovviare al silenzio che ha accompagnato questa decisione, che penalizza non solo Ferrara ma anche il nostro Paese”, affermano in una nota, precisando che il Meis “è un museo nazionale, voluto in un luogo decentrato rispetto alla Capitale e per il quale erano state date specifiche indicazioni organizzative e architettoniche, per renderlo competitivo a livello internazionale”. Una scelta che “porta gravi conseguenze”, rilevano, “in piena controtendenza rispetto alla tradizionale collaborazione istituzionale con i governi che si sono alternati negli ultimi vent’anni”. Attualmente è infatti in corso la gara per il terzo lotto dei lavori al Meis. Il primo era la palazzina di via Piangipane, il secondo la parte museale inaugurata a fine dicembre alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il terzo prevede una delle cinque nuove strutture in alluminio e vetro affacciata su Rampari San Paolo, per connotare architettonicamente l’aspetto contemporaneo del Meis. Il mancato impegno di spesa interessa il quarto e ultimo lotto per 24,6 milioni di euro, già stanziati, destinati alle altre quattro strutture in vetro e alluminio previste nel giardino per completare il richiamo ai cinque libri del Pentateuco. La stazione appaltante – il Segretariato regionale del Mibac, a tutti gli effetti ufficio del Ministero – ha annunciato di non aver provveduto ad impegnare la spesa e di non poter quindi più mettere a disposizione il finanziamento, prosegue la nota. Per gli amministratori locali, “senza questo completamento il museo potrà continuare l’attività, ma senza potersi esprimere al meglio, perche il progetto risulta fortemente compromesso e non più in grado di svolgere quel ruolo internazionale per il quale era nato”. 

    Il ministro Alberto Bonisoli e la sottosegretaria Lucia Borgonzoni hanno spiegato che l’intervento non è perduto ma solo rinviato. «La decisione di rinviare il bando per l’ultimo lotto del museo — ha detto il ministro – è stata presa perché solo ora si stanno aprendo i cantieri per il secondo lotto e sarebbe stato impossibile mettere a gara anche il terzo e aprirlo prima del 2021. In quella data, infatti, scadono i finanziamenti che ci provengono dal Fondo per le Politiche di Sviluppo e Coesione, e dunque i soldi sarebbero stati persi. C’è stato un grave ritardo per la complessità di intervento per i lavori del secondo lotto il cui iter progettuale è stato molto più lungo di quanto immaginato. Ma rassicuro tutti: i soldi ci sono e quando il museo avrà la sostenibilità per l’apertura di un nuovo cantiere saranno spesi».

     «Senza questo completamento il museo potrà continuare l’attività, ma senza potersi esprimere al meglio, perché il progetto risulta fortemente compromesso e non più in grado di svolgere quel ruolo internazionale per il quale era nato», ha detto l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti. 

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