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    Milano. Nazismo: mostra persecuzione malati psichici a Milano

    ‘Schedati, perseguitati e sterminati’. E’ una mostra internazionale sulla persecuzione dei malati psichici e disabili durante il nazismo e il fascismo, portata a Milano dall’Osservatorio per la salute della donna (Onda) e dalla Società Italiana di Psichiatria (Sip), inaugurata oggi al terzo piano del Palazzo di Giustizia. Una mostra aperta a Berlino nel 2014 dalla Società Tedesca di Psichiatria “per sottolineare gli orrori del passato”, ma anche per cogliere i possibili pericoli del presente. Dopo Berlino è stata a Vienna, Londra, Osaka, Toronto, Città del Capo e Roma. Resterà al Palazzo di giustizia milanese fino al 16 febbraio. Una serie di grandi bacheche unite fra loro che divide in due parti il grande corridoio al terzo piano dell’edificio, ospita fotografie, manifesti, racconti di vita tra gli orrori della Shoah: tra il 1939 e il 1945 più di 200.000 persone ricoverate in ospedali psichiatrici tedeschi furono assassinate “perché ritenute un inutile peso”. Ma anche la Società Italiana di Psichiatria sostenne posizioni razziste e appoggiò le leggi razziali. In Italia infatti tra il 1943 e la fine della guerra si verificarono ripetuti episodi di prelevamento dei pazienti ebrei dagli ospedali psichiatrici per essere portati in campi di concentramento e uccisi. Testimonianze sono state portate da Pierfrancesco Maiorino, assessore alle politiche sociali del Comune, dal console generale tedesco Claus Robert Krumrei, dal presidente della Società tedesca di psichiatria Frank Schneider, dalla presidente del Network europeo per la psichiatria Annelore Homberg, e da Raffaele Mantegazza, docente di Scienze umane e pedagogiche dell’Università di Milano-Bicocca. “L’allestimento della mostra nella sede del Tribunale di Milano – ha sostenuto Francesca Merzagora, presidente di Onda – ha un profondo significato etico e morale ovvero restituire giustizia a chi è stato perseguitato ingiustamente”. Le ha fatto eco Claudio Mencacci, Past President della Sip, secondo cui “purtroppo bastano appena quattro generazioni perché tutto venga dimenticato”, tanto che anche oggi “le diversità degli altri sono percepite come pericoli da cui proteggersi. Secondo il rapporto Censis, il 63% degli italiani vede in modo negativo l’immigrazione da Paesi non comunitari e il 45% anche da quelli comunitari, contro una media europea del 52% e del 29%.

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