La prima riunione di Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che si è svolta ieri a Roma, e in cui è stata riconfermata Noemi Di Segni come Presidente dell’Ucei, anticipa e ritrae il duello in seno all’ebraismo italiano nei prossimi quattro anni.
La formazione di una giunta, presentata dalla Presidente, che sostanzialmente esclude i rappresentanti delle liste di maggioranza delle grandi comunità di Roma e Milano, e la convergenza in essa dei delegati delle piccole comunità, esprimono uno spartiacque politico. Uno spartiacque in cui le maggioranze che governano le grandi comunità ebraiche italiane di Roma e Milano, guidate rispettivamente da Ruth Dureghello e Walker Meghnagi, nel consiglio dell’UCEI passano all’opposizione, e la scelta di affidare la giunta a liste di minoranza nelle grandi città e ai rappresentanti delle piccole comunità, prefigurano uno scenario politico in cui non sono soltanto i temi e le istanze a dividere ma anche l’anatomia territoriale dell’Italia ebraica.
La necessità dell’unità auspicata dagli schieramenti, si è rivelata il suo esatto opposto. E gli schieramenti, sempre più lontani tra loro, sono destinati a confrontarsi sui temi e le urgenze dell’Italia ebraica. Si annuncia un dialogo difficile, in cui i consiglieri che rappresentano l’espressione alle urne del 58% dell’ebraismo romano ed il 75% di quello italiano, dovranno far sentire la loro voce fuori dal coro della Giunta, cercando di continuare ad esprimere e realizzare le idee dei loro elettori.