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    La libertà è reale quando include il prossimo – Intervista ad Alfonso Celotto

    “Libertà: stato di autonomia essenzialmente sentito come diritto, e come tale garantito da una precisa volontà e coscienza di ordine morale, sociale, politico: conquistare, mantenere, rivendicare la l.; la l. è partecipazione”. Questa è una delle definizioni di libertà. Ma che cos’è davvero la libertà? Un valore universale, con risvolti filosofici, religiosi, etici e morali. Un valore da proteggere. Su questi aspetti, Shalom ha intervistato Alfonso Celotto, avvocato, costituzionalista e Professore di diritto costituzionale presso la facoltà di Giurisprudenza di Roma Tre.

     

    Nella Costituzione italiana, come si coniuga il “non fare” in termini di libertà, un principio anche molto presente nella Torà?

     

    La Costituzione ci dà piena facoltà di godere dei nostri diritti, e in questo senso di avere libertà. Abbiamo dunque diritti, ma anche doveri. Le libertà come la manifestazione di pensiero o quella religiosa offre piena possibilità di fare ciò che vogliamo: posso seguire la religione o non farlo, riunirmi o non riunirmi. In questo senso la libertà che ci è concessa è piena e vera. Siamo noi che scegliamo di fare o non fare le cose. D’altra parte, è pur vero che esistono delle libertà che implicano degli obblighi, soprattutto nell’ottica dello Stato e dei diritti sociali. Ci sono situazioni in cui lo Stato deve fare determinate cose, quindi l’istruzione, la parità, il lavoro, la disoccupazione o la previdenza sono obbligazioni dello stato verso i cittadini. In tal senso è lo stato che è messo in condizioni di esser libero, ma al contempo di aver degli obblighi.

     

    Umberto Terracini è stato Presidente dell’Assemblea Costituente. Cosa ricorda di questa figura?

     

    Sicuramente parliamo di una figura di altissimo profillo. Non fu solo Presidente dell’Assemblea costituente e dirigente del Partito Comunista Italiano, ma giocò un ruolo di fondamentale importanza nel bilanciamento delle forze. A lui, infatti, uomo ebreo e di sinistra, fu affidata la Presidenza dell’Assemblea Costituente, mentre la guida del Governo spettò a un democristiano, Alcide De Gasperi, e la Presidenza della Repubblica finì nelle mani di un liberale, Enrico De Nicola.

     

    La libertà è un concetto difficile da descrivere, che probabilmente sta anche mutando nel tempo: lei che definizione ne darebbe?

     

    Libertà è facoltà di operare, è la base del vivere. Soprattutto negli stati democratici, la libertà indica che, nonostante obblighi e doveri, ognuno di noi possa fare ciò che vuole. La libertà è la base della scelta: posso vestirmi di verde o di giallo, posso vivere a Roma o a Milano, posso fare qualsiasi lavoro.

     

    Nella storia degli ebrei italiani è capitato spesso che le libertà venissero limitate. Non solo durante il fascismo, ma anche in altri momenti storici. Qual è il suo pensiero al riguardo? E in merito all’antisemitismo oggi?

     

    Credo che l’antisemitismo come lo abbiamo storicamente conosciuto stia cambiando. Sappiamo bene, anche perché in 80 anni le cose sono cambiate, che gli uomini sono tutti uguali. Non esistono razze, ma la diversità rappresenta una questione sempre più importante. In virtù delle tante differenze esistenti, sessuali, religiose o di altro tipo, vi è una tendenza al superamento di quel genere di discriminazioni molto presenti in passato.

     

    Alla luce dei fatti che stanno accadendo, oggi siamo veramente liberi?

     

    Questa domanda oltre ad esser complessa sconfina anche nel filosofico. La libertà si misura soprattutto in relazione ai comportamenti del mondo esterno. Banalmente, sono libero di vestirmi come credo, però sicuramente pur non volendo verrò condizionato dal mondo circostante, dall’ambiente o dalle persone che frequento. Uso un semplice esempio per spiegare che la libertà, sebbene sia qualcosa di personale, è sempre legata anche al prossimo. Se non ricordo male una frase del Talmud dice: “la mia libertà finisce quando inizia la libertà degli altri”. Quindi noi siamo tutti convinti che la libertà sia assoluta, ma non è così. Ce lo ha dimostrato forse la pandemia da Covid-19, guardiamo ad esempio ai vaccini. Siamo fondamentalmente liberi di fare ciò che vogliamo, liberi di ascoltare la musica che vogliamo, ma ad un volume moderato. Perché la mia libertà finisce sempre quando inizia la libertà del mio prossimo. La libertà è di fatto condizionata da quella degli altri e pertanto è necessario il doversi adeguare ai bisogni di chi vive assieme a noi.

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