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    Il Meis sul festival delle memorie – un chiarimento. Intervista al Presidente Dario Disegni

    Un “profondo sdegno” per l’iniziativa del festival delle memorie a Ferrara: lo esprime il Meis (Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoah) in un comunicato diffuso sui social. Il Meis, che compare come partecipante all’infelice iniziativa del Teatro Comunale di Ferrara “Claudio Abbado”, prende le distanze, spiegando come, pur prendendo parte come sempre agli eventi ferraresi dedicati alla memoria della Shoah, non sia coinvolto nel progetto che metterà in rassegna, incredibile ma vero, per il 27 gennaio, giorno della memoria della Shoah, i genocidi della storia. Shalom ha intervistato Dario Disegni, Presidente del Meis.

     

    Presidente, nel comunicato da voi diffuso si ribadisce che il Meis è da sempre impegnato nel riconoscimento dell’unicità della Shoah. Come?

     

    Prima di tutto vorrei ricordare che il Meis ha come finalità quelle di testimoniare le vicende che hanno caratterizzato la bimillenaria presenza ebraica in Italia, far conoscere la storia, il pensiero e la cultura dell’Ebraismo italiano dalle sue origini, con particolare attenzione alle testimonianze delle persecuzioni razziali e alla Shoah, e di promuovere i valori della pace e della fratellanza tra popoli e dell’incontro tra culture e religioni diverse. In questo quadro si inserisce la volontà di trasmettere l’unicità della Shoah, un disegno unico nella storia di distruzione programmatica di un popolo: il tema è quello di come evitare le distorsioni della Shoah, il documento dell’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance), di cui il Meis fa parte, ce lo insegna. In questo si legge: “Se un approccio comparatistico può essere utile, paragoni della Shoah con altre atrocità potrebbero nascondere alcuni aspetti della storia o creare legami con altri genocidi, che minimizzano o banalizzano la Shoah.”

     

    Eppure il Meis è comparso nei giorni scorsi come partecipante al festival delle memorie, un’iniziativa che va in direzione opposta. Cosa è accaduto?

     

    In occasione del Giorno della Memoria, ogni anno a Ferrara un comitato di coordinamento di tutte le organizzazioni pubbliche e non, lavora alle celebrazioni e agli eventi, sotto l’egida della Prefettura di Ferrara. Anche quest’anno c’è un programma molto ricco, di cui il Meis è protagonista, prendendo parte a numerose iniziative. Noi partecipiamo e siamo presenti unicamente al programma approvato dalla Prefettura.  Il Teatro di Ferrara ha agito sua sponte, per il festival delle memorie, una iniziativa infelice in tutti i sensi, sia nei termini che nei contenuti, e che ci ha lasciati sconcertati. Il festival delle memorie è stato organizzato autonomamente e non con noi. Noi lo abbiamo letto sui giornali, e non eravamo presenti in conferenza stampa di un’iniziativa su cui esprimiamo il nostro totale dissenso. Un dissenso che si fa ancor più forte se si considerano le gravi e inaccettabili affermazioni fatte da Vittorio Sgarbi in conferenza stampa sui fantomatici crimini degli israeliani dei confronti dei palestinesi: è qualcosa che ci offende profondamente. Un’affermazione che non ha il minimo fondamento e senso.

     

    Presidente, quali sono i pericoli a cui si espone la Memoria con iniziative del genere?

     

    Prima di tutto il termine festival è estremamente inappropriato, poi il discorso sulle memorie, con la volontà di accomunare alla Shoah altre tragedie, che certamente ci colpiscono e coinvolgono come essere umani, è sbagliato e molto pericoloso. Il Meis anche per suo statuto è molto attento alle tragedie dell’umanità, a cui ha dedicato iniziative, ma senza mescolarle in un unico calderone. Favorire l’incontro tra culture e religioni diverse è nel DNA del Meis. Ma il tentativo di sminuire, di ridimensionare la Shoah è davvero pericoloso. Se si passa dal Giorno della memoria al giorno delle memorie si rischia seriamente di annacquare il tutto. Il pericolo è quello di una banalizzazione della Shoah. il tentativo di banalizzare la Shoah è tornato alle cronache anche con la pandemia. Questa banalizzazione rischia anche, a mio giudizio, di innestare un discorso di rimozione delle responsabilità italiane a partire dalle leggi razziste. Non vorrei che la banalizzazione della Shoah e questa distorsione in atto possano contribuire all’auto assoluzione dell’Italia.

     

    Con quali iniziative il Meis partecipa alle celebrazioni del Giorno della Memoria?

     

    Abbiamo un calendario denso di iniziative ed eventi. Solo per citarne alcuni: venerdì 28 gennaio avremo in visita al Meis il Ministro Patrizio Bianchi assieme alle scuole. Domenica 30 gennaio siamo alla presentazione del libro di Piero Stefani “La parola a loro. Dialoghi e testi teatrali su razzismo, deportazioni e Shoah” presso il Teatro Comunale “Claudio Abbado” con il Direttore del MEIS Amedeo Spagnoletto. Il 31 gennaio faremo un incontro online con le scuole, titolato “L’insostenibile leggerezza dell’odio – il fenomeno di distorsione della Shoah tra storia e attualità” a cui parteciperanno la Coordinatrice Nazionale per la lotta contro l’antisemitismo Milena Santerini e lo storico Michele Sarfatti.

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