Domenica 17 gennaio si terrà la XXXII edizione della Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra ebrei e cattolici. L’incontro precede un confronto che la Chiesa cattolica sviluppa nei giorni successivi con le altre confessioni cristiane. Quest’anno le norme anticovid imporranno uno svolgimento senza pubblico: alla luce di questa novità, si è scelto di sostituire la consueta sede della Pontificia Università Lateranense con il Museo Ebraico di Roma. Nell’occasione, il Rabbino Capo di Roma Rav Riccardo Di Segni dialogherà con il cardinale José Tolentino de Mendoza sul libro del Qohelet, una delle cinque meghillot che si trovano nei Ketuvim, gli Scritti Sacri.
“L’iniziativa riflette la necessità di trovare una collaborazione tra la Conferenza Episcopale Italiana e l’Assemblea dei Rabbini d’Italia attraverso una chiave unitaria nazionale, con un format basato sull’incontro tra un rappresentante per ciascuna religione su un tema predefinito – ha spiegato Rav Di Segni a Shalom – Per anni, oggetto del dialogo è stato il Decalogo, inteso secondo la versione ebraica. Esauriti i Dieci Comandamenti, l’attenzione è stata dedicata ai 5 Rotoli, le Meghillot. Quest’anno sarà affrontato il Qohelet, il libro forse più impegnativo: si tratta della riflessione di un re anziano, identificato con Salomone, che giunto in età avanzata ragiona con distacco sul senso della vita, sulle vanità del mondo e sulla caducità umana; è un testo intriso di pessimismo, ma nella conclusione emerge una riflessione secondo cui tutto assume significato rispettando le mitzvot. Questo testo è sempre attuale per i messaggi che lancia; in questo particolare momento di pandemia induce a una riflessione sulla fragilità umana”.
Il dialogo ebraico-cristiano ha visto tante pagine importanti nell’ultimo secolo, molte finite anche sui libri di storia, come il Concilio Vaticano II o le visite di tre diversi papi in sinagoga, a partire da Giovanni Paolo II nel 1986.
“Il dialogo ebraico-cristiano ha fatto dei grandi passi avanti dal punto di vista dottrinale, sebbene tanti aspetti restino ancora inesplorati o poco trattati – ha aggiunto Rav Di Segni – Il senso di queste iniziative è dimostrare concretamente e reciprocamente la presenza di una ricchezza di tradizioni, di esegesi, di spiritualità, spesso nota solo a pochi addetti ai lavori. Spesso emerge che in Italia gran parte della popolazione rispetto all’ebraismo ha nozioni elementari se non errate: queste iniziative permettono di dare notizia dell’esistenza e dell’importanza della nostra tradizione”.
L’iniziativa sarà trasmessa su Telepace (canali 73 e 214 del digitale terrestre) e in streaming sulla pagina facebook della diocesi di Roma.