Una foto lo ritrae in piedi con addosso una divisa nazista. Alle sue spalle c’è un ritratto di Hitler. Lui è Gabrio Vaccarin, consigliere comunale di Nimis (Udine), finito nella bufera dopo che nelle ultime ore quest’immagine è circolata sui social. Il deputato e coordinatore di FdI per il Friuli Venezia Giulia, Walter Rizzetto, si dissocia e precisa: il consigliere “non è iscritto a Fratelli d’Italia”. Secondo alcune fonti si tratterebbe di una foto scattata in occasione di una festa di Carnevale risalente a qualche anno fa. “Ma ciò non toglie – osserva Rizzetto, prendendo le distanze – che io nemmeno a Carnevale vestirei con quella divisa e quei simboli, che non appartengono né a me né al movimento politico che rappresento in Friuli Venezia Giulia”. Vaccarin, ricorda ancora Rizzetto, “è stato eletto nel 2016 in una nostra lista. Gli abbiamo comunque chiesto di togliere immediatamente il nome di Fratelli d’Italia al gruppo consiliare del Comune di Nimis. Non possiamo prendere ulteriori provvedimenti in quanto, si ribadisce, non è un nostro iscritto”. Dure le reazioni degli schieramenti opposti. Questa “non è una goliardata”, tuonano il segretario nazionale e quello regionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo e Roberto Criscitiello, chiedendone le dimissioni: “si tratta di apologia del fascismo e come tale andrebbe perseguito anche penalmente”. “Un vero e proprio affronto, una vera e propria indecenza. Dovrebbe subito dimettersi per la vergogna”, osserva il portavoce nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. Interviene anche il Pd, con il segretario regionale, Cristiano Shaurli: “Non si fanno carnevalate in divisa da SS. Queste persone si vergognino, non sono degne di ricoprire nessun incarico istituzionale”. “Questo comportamento è un insulto alla memoria del territorio di Nimis e alla storia della nostra intera regione”, dice il consigliere regionale di Open sinistra Fvg, Furio Honsell. Intanto, come riporta la Tgr Rai del Fvg, gli investigatori della Questura di Udine hanno avviato approfondimenti per capire se ci sono gli estremi di un reato. (ANSA).