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    Commento alla Torà. Parashà di Ki Tavò: Perché si devono portano le primizie a Gerusalemme?

    La parashàinizia con queste parole: “Quando giungerai al paese che l’Eterno, tuo Dio ti dà in eredità e lo possederai e là ti sarai stabilito, prenderai dalle primizie di tutti frutti del suolo da te raccolti nella terra che l’Eterno, tuo Dio, ti dà, le metterai in una cesta e andrai al luogo che l’Eterno, tuo Dio, avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Ti presenterai al Kohen in carica in quei giorni e gli dirai: «Io dichiaro oggi all’Eterno, tuo Dio, che sono entrato nella terra che l’Eterno ha giurato ai nostri padri di dare a noi» (Devarìm, 26, 1-4) […]  «Ora, ecco, io ho portato le primizie dei frutti del suolo che tu, Eterno, mi hai dato». Lo deporrai davanti all’Eterno, tuo Dio, e ti prostrerai davanti all’Eterno, tuo Dio. Gioirai, con il levita e con il proselita che sarà in mezzo a te, di tutto il bene che l’Eterno, tuo Dio, avrà dato a te e alla tua famiglia” (ibid, 10-11).

    Rashì (Francia, 1040-1105) nel suo commento spiega che nel primo versetto è scritto “dalle primizie” per indicare che si è obbligati a portare solo le primizie delle sette specie di cui si vanta  la terra d’Israele: frumento, orzo, uva, fichi, melograni, olive e datteri. R. Moshè Alshich (Adrianopoli, 1508-1593, Safed) nel suo commento Toràt Moshè scrive che lo scopo di portare le primizie era di inculcare in noi il senso della gratitudine perché la gratitudine è un grande principio dal quale dipendono gran parte dellemitzvòt nei confronti del Creatore.

    Nella quarta mishnà del primo capitolo del trattato Bikurìm (Delle primizie) del Talmud babilonese è scritto che il proselita porta le primizie ma non può dire “che sono entrato nella terra che l’Eterno ha giurato ai nostri padri di dare a noi” perché i suoi padri non erano israeliti.

    Il Maimonide (Cordova, 1138-1204, Il Cairo) nel suo commento a questa mishnà scrive: “Tutto questo è chiaro solo che la Halakhànon segue questamishnà e pertanto il proselita porta le primizie e fa la dichiarazione perché l’Eterno disse al patriarca Avrahàm: «Non ti chiamerai più Avràm; il tuo nome sarà Avrahàm perché ti ho fatto padre di numerose genti»” (Bereshìt, 17:5).  Quali sono le fonti che permisero al Maimonide di affermare che la halakhànon segue lamishnàdel Talmud babilonese?  La fonte più autorevole, perché afferma che cosi è la decisione halakhica,  è nel Talmud Yerushalmi (Bikurìm, 1:4) dove è scritto: “Insegnarono a nome di R. Yehudà che il proselita porta [le primizie] e fa la dichiarazione perché Avrahàm era padre di numerose genti […]. E R. Yehudà ben Levi disse: «Lahalakhà segue l’opinione di R. Yehudà». Capitò un caso a R. Abahu e decise secondo l’opinione di R. Yehudà”.

    R. Barukh Halevi Epstein ( Belarus, 1860-1941) in Torà Temimà (Devarìm, 26:3, nota 16) aggiunge un’altra fonte. Il proselita è obbligato a fare ilsèder di Pèsachcome ogni altro israelita e, come è prescritto  nel trattato talmudico di Pesachìm, chi durante il sèdernon dice  “[L’agnello di] Pèsach che i nostri padri consumavano […]” non ha osservato la mitzvàdi raccontare dell’uscita dall’Egitto.  E, aggiunge, R. Epstein: “Non abbiamo visto da nessuna parte nel Talmud o nei decisori di Halakhàche il proselita deva leggere un testo diverso”.  

    R. Aharon Benzion Shurin (Lituania, 1912-2012, Brooklyn) in Kèshet Aharòn cita anche il libro del  profeta Yechezkèl (Ezechiele, 47:21-23) dove è scritto: “Dividerete questo paese fra voi, secondo le tribù d’Israele. Ne spartirete a sorte dei lotti d’eredità fra voi e i proseliti che soggiorneranno fra voi, i quali avranno generato dei figliuoli fra voi. Questi saranno per voi come dei nativi tra i figli d’Israele; trarranno a sorte con voi la loro parte d’eredità in mezzo alle tribù d’Israele. E nella tribù nella quale il proselita soggiorna, quivi gli darete la sua parte, dice il Signore, l’Eterno”.

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