”Arrigo Levi era tornato a casa dopo un lungo ricovero dovuto a problematiche legate all’età: in ospedale quando aveva sentito approssimarsi la fine ha cantato l’inno d’Israele e una filastrocca modenese, legata probabilmente alla sua infanzia. Rip”. Così il direttore del Tg5 Clemente Mimun su twitter appresa la notizia della morte di Arrigo Levi scomparso oggi a 94 anni.
L’amore di Levi per Israele nacque dopo il rientro dall’esilio in Argentina, dove la famiglia si era rifugiata per sfuggire alla politica antisemita del regime fascista. Tornato Modena nel 1946 aveva completato gli studi universitari, laureandosi in Filosofia, e pur continuato la sua carriera giornalistica si era trasferito in Israele dove si era arruolato volontario nelle brigate del Negev, partecipando nel 1948 alla prima guerra di Indipendenza, scrivendo corrispondenze dal conflitto per i quotidiani Libertà e Gazzetta di Modena (con direttore ancora Guglielmo Zucconi), nonché per la rivista socialista Critica Sociale diretta da Ugo Guido Mondolfo.
Tornato in Italia, Levi ha sempre mantenuto vivo il suo attaccamento alla terra dei Padri sebbene fosse un ebreo laico, e fu con enorme emozione che Levi, come giornalista conduttore del Tg1 Rai, annunciò il 7 giugno 1967 ai telespettatori che l’esercito israeliano aveva conquistato la città vecchia dì Gerusalemme e raggiunto il Kotel, il muro occidentale dell’antico Tempio.