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    Circoncisione. Rabbino Capo Roma: la tradizione ebraica impone personale qualificato. Bisogna assicurare diritto religioso e salute del bambino

    “La
    tragica notizia della morte di un bambino dopo un intervento di circoncisione
    richiede alcuni chiarimenti. L’aumento dei casi in cui la circoncisione ha
    provocato serie e terribili conseguenze e’ dovuto al fatto che questa pratica,
    diffusa in diverse tradizioni religiose e culture, e’ stata effettuata da
    personaggi privi delle competenze necessarie, spesso provenienti da Paesi
    stranieri. Da parte nostra riteniamo imprescindibile che la questione delle
    circoncisioni rituali vada regolata per garantire e coniugare il diritto
    religioso e il diritto alla salute del bambino”. Lo ha dichiarato in una
    nota il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, commentando la vicenda del
    neonato morto la scorsa notte, nel quartiere genovese di Quezzi, dopo una circoncisione
    fatta in casa. “Le comunita’ ebraiche – ha aggiunto – praticano la
    circoncisione da millenni in Italia nel rispetto delle regole di tutela della
    vita e della salute dei bambini. Questo perche’ la tradizione ebraica impone
    che la circoncisione debba essere effettuata solo da personale qualificato e
    riconosciuto dalle autorita’ rabbiniche. Siamo autoregolamentati nel pieno
    rispetto della legge e della incolumita’ dei neonati. Non chiediamo sovvenzioni
    pubbliche per l’esecuzione dei nostri riti”. Di Segni ha infine precisato
    che la Comunita’ ebraica di Roma “mette volentieri a disposizione dei
    legislatori l’esperienza e ritiene che le decisioni opportune debbano essere
    condivise con le autorita’ religiose evitando iniziative che potrebbero
    produrre l’effetto contrario, aumentando i fenomeni clandestini e
    incontrollati”. 
                                        

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