I giovani della Brigata Ebraica sono “una storia di grande umanità” e rappresentano il simbolo di chi è stato perseguitato dal nazifascismo “e ha risposto lottando”. L’augurio è che il racconto delle loro vicende possa far parte “del presente e del futuro” dell’Italia. È questo il pensiero emerso dalla presentazione, avvenuta ieri alla Camera dei Deputati, del libro “La Brigata Ebraica 1944 – 1946”, che racconta le vicende del corpo militare dell’esercito britannico composto da ebrei che operò in Italia e in Austria durante la seconda guerra mondiale. L’incontro è stato animato dagli interventi di Romano Rossi e del rabbino Luciano Meir Caro, autori del libro, del vicepresidente della Camera Ettore Rosato, di Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, del deputato Marco Di Maio. All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, anche Maria Elena Boschi, Piero Fassino, Emanuele Fiano, Vito De Filippo. “Riconosciamo alla brigata ebraica un grande valore nella Resistenza, nella forte volontà della comunità ebraica, in quegli anni terribili, di contribuire con una brigata che fosse operativa sul fronte”, ha sottolineato Rosato nel suo intervento. “Non erano eroi, ma più che eroi. Combattevano senza odio, combattevano per la logica della libertà e dell’affermazione dei diritti, occupandosi anche dopo la guerra dei sopravvissuti”, ha sottolineato. “La brigata ebraica ci racconta una storia di grande umanità, di impegno civile e senso di libertà, che ha anche contribuito alla nascita dello stato di Israele“. Oggi “non dobbiamo pensare che l’antisemitismo sia morto. Purtroppo non è cosi, lo vediamo ogni giorno e si accompagna con ignoranza, e insieme possono fare danni grandi. Bisogna rispondere con grande fermezza”. Nei loro interventi, gli autori hanno parlato delle vicende della Brigata Ebraica, della sua costituzione, del suo impegno nella Resistenza italiana, del supporto ai sopravvissuti dopo la guerra e del contributo che ha dato alla costituzione dell’esercito israeliano. “Eravamo sperduti, e chi è riuscito a prendere in mano le fila della situazione sono stati questi giovani, che hanno ricostituito le comunità ebraiche” e “ci hanno restituito alle nostre radici e donato un futuro”, ha dichiarato il rabbino Caro. “Noi siamo profondamente grati per quello che hanno fatto i nostri giovani”. Noemi Di Segni ha sottolineato “con quale coraggio e senso di missione” i giovani della Brigata Ebraica “hanno lasciato le proprie terre per venire a servire e liberare l’Italia dal nazifascismo”. Essi “rappresentano il simbolo di chi è stato perseguitato in terra italiana e ha risposto lottando”. Oggi, “auguriamoci che questo racconto non rimanga solo la pagina di un libro, ma che sia inserito nel passato, presente e futuro di tutti noi”.