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    ITALIA

    Calcio e razzismo, nuovi episodi tra gli ultrà di Roma e Lazio

    Le recenti trasferte della Lazio a Monaco di Baviera, dove ha affrontato il Bayern nel ritorno degli ottavi di Champions League, e della Roma a Monza nella scorsa giornata di campionato, hanno segnato nuovi episodi di razzismo, antisemitismo, richiami al Ventennio.
    Ha creato scalpore in Italia e in Germania quanto avvenuto nella birreria Hofbrauhaus che ha visto coinvolti un centinaio di tifosi laziali. Proprio in questo locale, infatti, nel 1920 Adolf Hitler pronunciò nel salone delle feste il suo primo discorso da leader del partito nazionalsocialista dei lavoratori, enunciando i 25 punti del suo programma: in pratica, il primo atto del percorso di violenza che avrebbe portato alla dittatura, al totalitarismo, alla guerra, alla Shoah. Come emerge da alcuni video che stanno circolando in rete, alcuni supporter italiani hanno intonato cori di esaltazione del regime fascista conclusi con lo slogan “Duce, Duce” chiaramente scandito e con il braccio teso per il saluto nazista. Un atteggiamento frequente tra gli ultrà biancocelesti, stavolta aggravato dal luogo simbolico in cui, probabilmente non a caso, si è verificato. In serata la polizia di Monaco ha identificato una decina di tifosi, mentre un diciottenne è stato “arrestato provvisoriamente” e poi rilasciato su cauzione. Indagano intanto sia le forze dell’ordine tedesche che la Digos italiana. Non si escludono sanzioni per la Lazio e la sua tifoseria anche sul piano della giustizia sportiva, nonostante a essere coinvolti siano un centinaio di sostenitori degli oltre tremila giunti in Baviera.
    Non è però questo l’unico episodio che riporta il mondo del calcio al centro delle cronache per fatti extrasportivi: in queste stesse ore stanno comparendo sui social video di alcuni tifosi della Roma sul treno di ritorno dalla trasferta di Monza di sabato scorso in cui si intona un coro che oltre a un esplicito carattere antisemita riporta altre offese di carattere razzista. Per la precisione, il motivo recita «Il nostro centravanti è un iraniano, fa il saluto romano, fa scoppia’ un aeroplano, odia negri e giudei, donne trans e gay. Nella As Roma non ci sono ebrei». Anche su queste immagini sarà aperta un’indagine della Digos.
    Su queste vicende si è espresso anche il Presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun: in un’intervista al Corriere della Sera ha commentato che questi due video colpiscono «e fa male che ancora non si sia riusciti a far capire che il saluto romano è un gesto che rimanda a una storia di morte e sofferenza, che non potrebbe essere più lontana dallo sport. Quello vero, che al contrario racconta l’inclusione e il rispetto. E ai romanisti faccio notare che la As Roma è stata fondata anche da ebrei. Quindi dire che nella Roma non ci sono ebrei è quantomeno una grave dimenticanza della storia». Pertanto l’auspicio di Fadlun è che «le istituzioni sportive, per un rispetto anzitutto verso loro stesse, dovrebbero essere inflessibili nei confronti di queste manifestazioni di razzismo, che portano vergogna e violenza su bandiere che invece sono simbolo della bellezza dello sport. Questi gesti e queste parole tradiscono innanzi tutto il calcio, lo sport più amato e seguito in Italia».

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