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    Addio ad Emilio Ottolenghi

    Si è spento, prima dell’entrata di Sabato, Emilio Ottolenghi, imprenditore della Petrolifera Italo Rumena, banchiere del Credito Romagnolo prima e di Intesa San Paolo poi. Vice presidente del Credito Romagnolo dal 1988, ne era diventato poi presidente dal 1993 al 1995. È stato anche consigliere e vice presidente dell’Istituto bancario San Paolo di Torino e Presidente di Banca IMI. 

    “Una vita vissuta per la famiglia con lo sguardo rivolto sempre al passato, perché solo voltandoci, – diceva Emilio, Millo per i tanti amici e parenti che in queste ore lo ricordano con profonda commozione e grande stima e affetto – intuiamo il senso delle cose per trarre insegnamenti per il futuro ma soprattutto per evitare il riproporsi della tragedia delle persecuzioni razziali.” Tra il 1943 e il 1944 la famiglia Ottolenghi trovò riparo a Cotignola per sfuggire ai nazisti. “Le SS – raccontava con emozione Emilio – circondarono la nostra villa a Marina di Ravenna, cercavano armi destinate alla resistenza, di cui faceva parte il nonno. Perquisirono la casa per quattro ore, non trovarono le armi che invece erano nascoste dietro la dispensa. Trovarono due prosciutti e delle bottiglie di vino. Presero senza esitazioni tutto e se ne andarono. Se avessero trovato le armi saremmo stati tutti fucilati sul posto. Allora mio nonno si rifugiò con la famiglia a Cotignola. Nel gennaio di quest’anno Emilio ha deciso di dare alle stampe per Il Mulino il libro ‘Ci salveremo insieme’ il diario della madre Ada. “Questo libro, disse alla presentazione “è stato scritto da mia madre subito dopo la morte di mio padre per una nipote che era appena nata, Raffaella, e per quelli che sarebbero seguiti. Era un modo per farle conoscere la nostra storia e quella di suo nonno.” Una lettera famigliare destinata ai nipoti, così era stata considerata per tanti anni finché Emilio aveva deciso di renderla pubblica. “Abbiamo passato momenti terribili ma abbiamo avuto anche la fortuna di salvarci. E lo dobbiamo a tante persone che ci hanno aiutato gratuitamente, senza altre ragioni tranne quella di dare una mano ai loro simili. Nel libro Ada Ottolenghi narra la storia di quei lunghissimi mesi che permisero a tutta la famiglia di sfuggire ai nazisti. Per l’aiuto fornito agli Ottolenghi e ad altri ebrei, quattro cittadini di Cotignola sono stati proclamati da Yad Vashem in Israele ‘Giusti fra le nazioni’. Nel libro si parla delle persone ‘buone’, del coraggio di tanti sconosciuti che non si tirarono indietro per aiutare altri sconosciuti e metterli in salvo, permettendo così agli Ottolenghi di raggiungere Roma. 

    Oltre ad avere svolto un ruolo attivo di straordinaria importanza per Ravenna, suo esempio in questo senso è forse più, in termini di sviluppo e occupazione, nel suo impegno negli istituti di credito, come imprenditore e per il porto. Lo ricorderemo con grande stima e affetto per il suo rigore, i suoi principi, il suo impegno civile e il suo grande contributo allo sviluppo economico dell’Emilia e del nostro paese. L’Italia ebraica ha perso con lui un ebreo di piccola comunità che ha saputo coniugare l’affetto per la famiglia alla tradizione e alle radici profonde della sua identità ebraica e italiana.

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