Lunedì è stata pubblicata una vignetta satirica su un quotidiano nazionale nel quale venivano caricaturizzati l’uno vicino all’altro, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e quello russo Vladimir Putin, ambedue parimenti biasimati per la guerra in corso e il primo disegnato con un evidente naso adunco.
Per comprendere meglio la gravità di questa caricatura, Shalom ha intervistato la giornalista e scrittrice Fiamma Nirenstein.
La caricatura di Zelensky pubblicata lunedì crede sia stata una ripetizione di vecchi stereotipi?
La ripetizione è del tutto evidente. Il naso del Presidente ucraino è allusivo, è un naso tipico di tutte le caricature degli ebrei. Anche io, non paragonandomi certamente a Zelensky, venni caricaturizzata in maniera simile da Vauro nel 2008, quando mi presentai alle elezioni nelle liste del Popolo della Libertà.
La vignetta di lunedì è un attacco a Zelensky come guerrafondaio. Ci sono due elementi molto fastidiosi in questa vignetta. Il primo è riferibile al naso, che è appunto stereotipato, un naso “ebraico”. Disegnando il Presidente ucraino in questo modo si collega al biasimo esplicito per essere un guerrafondaio il suo naso “ebraico”.
Il secondo elemento stupefacente invece riguarda il mettere l’uno accanto all’altro, Zelensky e Putin come due identici guerrafondai, scrivendoci sopra uno slogan pacifista. È come se i due fossero responsabili allo stesso modo della guerra in corso. Ma il primo, come tutti sanno, è l’aggredito, mentre il secondo è l’aggressore. Mentre il Presidente ucraino piange la strage di donne e i bambini nella stazione di Kramatorsk, quello russo li ha bombardati.
Il fatto che l’aggredito venga messo insieme all’aggressore sullo stesso terreno, come due guerrafondai rendono questa vignetta insopportabile e scandalosa. Priva di ogni senso morale.
Nel 2008, anche lei venne caricaturizzata dallo stesso autore con il naso adunco e con al petto la stella di David e il fascio littorio. A distanza di 14 anni, che effetto le ha fatto vedere una vignetta simile alla sua?
È delicata come vicenda, perché purtroppo Peppino Caldarola, che aveva osato dare dell’antisemita all’autore per quella vignetta, fu condannato dai giudici.
È doloroso comunque che il corpo, il naso, possano essere utilizzati come strumento di accusa. Quella vignetta di tanti anni fa, mi fa male come ieri. Sto ancora aspettando le scuse di Vauro.
Qual è il confine invalicabile del diritto di satira, se crede ci sia?
Nel momento in cui viene utilizzata come forma di incitamento all’odio e alla violenza, allora la satira smette di essere legittima.
Vignette di stampo antisemita si possono trovare nella propaganda neonazista, come in quella palestinese. Per rendersi conto della gravità di certi disegni basta cercare “Palestinian Media Watch”. Fra i mille esempi, il primo che mi viene in mente è proprio quello dei soldati israeliani con la stella di David trasformata in svastica, per suggerire che siano dei nazisti. Oppure mi viene in mente una vignetta, che vinse addirittura un premio internazionale, in cui vi si vedeva Ariel Sharon con la bocca e il petto insanguinati mentre sgranocchiava dei bambini. Naturalmente bambini palestinesi. Queste sono forme di incitamento all’odio.
Non fanno sorridere, come non c’è niente da ridere nel sostenere che Zelensky ami la guerra. Zelensky si limita a difendere il suo popolo da un’invasione. Ed è sì, un eroe ebreo e ucraino.