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    “I colpevoli devono essere processati. Eitan è la nostra luce in fondo al buio”

    L’ultimo video girato in albergo, l’ultimo video di una famiglia felice che sta passando alcuni giorni di vacanza con i bisnonni arrivati da Israele per dimenticare per un po’ la guerra in corso. Una famiglia che di lì a poche ore si sarebbe spezzata per sempre. Con queste immagini si apre l’intervista esclusiva che “La vita in diretta” ha fatto a Shmulik e Guy Peleg, nonno e zio del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. 

    Shmulik e Guy sono arrivati in Italia il giorno dopo l’incidente e si stanno prendendo cura di Eitan, spostandosi da Milano a Pavia anche solo per stringergli un po’ la mano e farlo sentire meno solo. 

    “Eitan mi chiede di restare con lui e la prima cosa che i ha chiesto è di tornare a casa sua a Pavia appena uscirà dall’ospedale. La cosa più importante è che il bambino riesca a vedere la sua grande famiglia come è stato abituato fin ora. La cosa più importante è la sua salute” dichiara Shmulik.  “I colpevoli devono essere processati e scontare la loro pena perché il nostro è un vuoto che non si può colmare” continua il papà di Tai a cui restano solo piccoli momenti di felicità da sfogliare tra le immagini e i video di un telefonino.

    “Nella tragedia c’è stato un miracolo e nell’ebraismo si crede nei miracoli. Eitan si è salvato in maniera inspiegabile ed è la nostra luce nel buio”.

    Il Tg3 ha mostrato le immagini della tragedia, immagini che hanno fatto molto discutere e che documentano come la cabina fosse quasi arrivata alla stazione prima della rottura del cavo, la discesa a fortissima velocità e l’impatto.

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