Ancora, di nuovo, un attentato di matrice palestinese in Israele. Ieri sera, tre giovani ebrei ortodossi studiosi nelle Yeshivà sono stati raggiunti da colpi d’arma da fuoco mentre transitavano in auto tra Homes e la comunità Sdi Havei Shomron, nella Cisgiordania settentrionale. Homesh è uno dei quattro insediamenti della Cisgiordania che Israele ha sgomberato nell’estate 2005 in concomitanza con il ritiro completo dalla striscia di Gaza.
Uno dei giovani, il ventenne Yehuda Dimantman ha perso la vita. I medici che sono arrivati per primi sulla scena del delitto hanno cercato di rianimarlo, riscontrando infine la sua morte.
“Siamo usciti da Homesh, quando improvvisamente abbiamo sentito degli spari – racconta Avia Antaman, ventiduenne ferito nel colpo – Ho sentito qualcosa colpire il mio braccio sinistro e ho urlato di andare più veloce. Qualcuno ha urlato che Yehuda era stato colpito al collo”. “Era un brav’uomo, è difficile credere che se ne sia andato” dice un altro amico, coinvolto anch’esso nell’agguato.
Il portavoce di Hamas, Hazim Qasim, ha riferito in uno spregevole messaggio che l’organizzazione terroristica “benedice questa eroica operazione contro le forze di occupazione e i coloni assassini”.
Non solo, Hani al-Thawabta, alto esponente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, ha celebrato in tv l’attentato terroristico aggiungendo: “Il messaggio è che combatteremo l’occupazione con il linguaggio dei proiettili”.
L’esercito ha installato posti di blocco nell’area nel tentativo di catturare i terroristii. Secondo quanto riferito, anche lo Shin Bet si è unito agli sforzi di ricerca. Il primo ministro Naftali Bennett ha inviato le proprie condoglianze alla famiglia della vittima, garantendo che “le forze di sicurezza metteranno presto le mani sui terroristi. Faremo i conti con loro”.
Lo stesso ha detto il ministro della difesa Benny Gantz, che ha aggiunto:” Continueremo a fare ricorso a tutte le nostre capacità su tutti i fronti contro le organizzazioni terroristiche”.