Circa venti soldati israeliani sono caduti in combattimento
negli ultimi due giorni. Una decina di loro, militari della brigata di fanteria
Givati, sono stati colpiti assieme, su un veicolo blindato di trasporto truppe
centrato da un razzo anticarro. Purtroppo queste dolorosissime perdite sono
quasi inevitabili nonostante la superiorità militare israeliana e sono
destinate ad aumentare col procedere dell’operazione. I terroristi si
affacciano dai loro nascondigli nelle case e soprattutto da botole di uscita
dei tunnel sotterranei e sparano i proiettili anticarro (detti RPG). I più
moderni in mano ad Hamas sono i Kornet a guida laser progettati dai russi e
oggi fabbricati in Iran. Solo ieri vi sono stati centinaia di attacchi con
questi mezzi. I nuovi veicoli che usa l’esercito, preceduti da droni per
scoprire le trappole, sono potentemente corazzati (difesa passiva), usano
fumogeni per nascondersi al tiro e hanno anche contromisure elettroniche di
difesa attiva: quasi sempre riescono a evitare di essere colpiti e a
neutralizzare i terroristi. Ma purtroppo in questo ambito non esiste la
certezza assoluta. Il lavoro di ripulitura degli apparati terroristi procede in
mezzo a questi ostacoli. Ieri c’è stata di nuovo un’importante battaglia a
Jabalyia, al nord di Gaza, dove sono stati eliminati molte decine di terroristi
ed è stato conquistato un punto fortificato. Il portavoce dell’esercito ha
dichiarato ieri sera che “l ‘operazione di terra sta procedendo come previsto.
Grazie a una pianificazione anticipata, a informazioni precise e ad attacchi
combinati, le nostre forze hanno sfondato la prima linea di difesa
dell’organizzazione terroristica di Hamas nel nord della Striscia di Gaza.”
Il problema del combattimento urbano
Siamo insomma ormai entrati nella fase più difficile della
guerra di Gaza, quella del combattimento urbano, che Hamas aspettava
dall’inizio come occasione per imboscate e bombe trappola, progettate per
infliggere perdite pesanti a Israele. Per capire le difficoltà che deve
affrontare l’esercito, è utile citare l’opinione di due esperti militari
americani, il colonnello Laem Collins e il maggiore Spencer che hanno scritto
un libro sull’argomento e sono stati intervistati dall’agenzia ‘Infos Israel
News’: “Nell’ambiente urbano l’esercito israeliano non può usare un vantaggio
importante come la capacità di colpire prima di avvicinarsi al nemico. Esso vi
perde anche la possibilità di effettuare manovre combinate, cioè aggirare il
nemico e circondarlo. In città, il nemico ha molte opportunità per nascondersi
e non farsi notare dalla ricognizione terrestre o aerea dei droni. A Gaza tutto
ciò è ancora più pericoloso a causa dei tunnel attraverso i quali manovra il
nemico. I terroristi di Hamas possono muoversi per linee interne di edificio in
edificio, abbattendo i muri tra le case. È difficile distruggerli lì, fra i
civili ed altri edifici. In un ambiente del genere bombe e missili sono meno
efficaci. Hamas gioca per guadagnare
tempo, perché il tempo è suo alleato: la pressione su Israele aumenterà a causa
delle inevitabili perdite civili. Il loro obiettivo non è distruggere
l’esercito israeliano. Non possono farlo. L’obiettivo è risparmiare tempo”,
dicono gli esperti. Essi ritengono che “il principale vantaggio israeliano in
questo ambiente risieda nell’uso di grandi bulldozer militari. Non devono
temere gli attacchi dei razzi anticarro e possono distruggere gli edifici dove
i terroristi si annidano. Un altro
vantaggio che l’IDF cercherà di sfruttare è la capacità di condurre
combattimenti notturni.”
Che cosa fa l’esercito israeliano per contrastare la
minaccia
Vi è da parte israeliana una stretta censura sui movimenti
delle truppe per evitare che Hamas possa reagire in tempo. L’asimmetria
informativa è uno dei vantaggi di Israele. sappiamo comunque che oggi
l’operazione è concentrata nel Nord, nei due angoli settentrionali della
Striscia e subito a sud di Gaza, dove essa è quasi tagliata trasversalmente
dalle forze israeliane. I bulldozer D9 vengono utilizzati per rimuovere
trappole esplosive e mine e altri ostacoli prima che i soldati avanzino. La
forza aerea, in particolare i droni, e anche l’artiglieria e i carri armati
vengono ampiamente utilizzata insieme alle forze di terra per colpire i
terroristi, che sono costretti a uscire dai loro nascondigli per contrastare le
forze di terra. Anche quando sparano rivelano la loro posizione e sono
attaccati.
Le sfide future
Nonostante tutti i successi, Israele riesce a eliminare al
massimo qualche decina di terroristi alla volta, mentre vi sono molte migliaia
o anche ad alcune decine di migliaia di terroristi che attendono nei loro
nascondigli l’ordine di entrare in combattimento, quando vi saranno più forze
israeliane in gioco. La battaglia principale non è ancora iniziata. L’esercito
non ha ancora tentato di penetrare nell’ospedale di Shifa o in altre aree
critiche dove si nascondono i capi di Hamas. Nonostante il salvataggio di un
ostaggio avvenuto l’altro ieri, la stragrande maggioranza dei 230 ostaggi sono
ancora nelle mani dei terroristi. Si pensa che Hamas tiene molti ostaggi in
aree sensibili per dissuadere Israele dall’attaccare quelle aree, soprattutto
nei confronti dei massimi leader di Hamas. Israele è molto preoccupato per le
reazioni internazionali via via più negative, ma non sono riusciti a elaborare
una strategia migliore per raggiungere gli obiettivi di guerra più rapidamente
senza perdere più soldati e uccidere più civili. Alla battaglia sul terreno si
affianca sempre più la resistenza diplomatica per permettere all’esercito di
eliminare totalmente i terroristi. Entrambe saranno molto dure e rischiano di
durare mesi.