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    ISRAELE

    Sono 232 i soldati caduti per la difesa di Israele dall’inizio dell’offensiva contro Hamas

    Sale a 232 il bilancio dei soldati caduti dall’inizio dei combattimenti tra Israele e Hamas. Dal terribile massacro del 7 ottobre, molti combattenti hanno sacrificato la loro vita per difendere lo Stato ebraico. Questa mattina, l’IDF ha comunicato la morte di altri tre soldati, uccisi da un ordigno esplosivo piazzato in un edificio a Khan Younis. Tra questi vi era il tenente colonnello Netanel Yaacov Elkouby di Haifa, 36 anni, comandante del 630° battaglione della Brigata Sud; l’uomo lascia moglie e tre figli. Vi era poi il Maggiore Yair Cohen di Ramat Gan, vice comandante del 630° battaglione, di 30 anni; il Sergente di prima classe Ziv Chen, ucciso anch’egli nei combattimenti a Khan Younis, residente a Kfar Saba, di 27 anni; Chen lascia la moglie incinta del primo figlio. Diversi altri combattenti sono rimasti feriti nell’esplosione, compresi altri due membri del battaglione che hanno riportato ferite gravi. Molti gli amici e i parenti, che hanno espresso dolore e vicinanza alle famiglie dei soldati caduti.
    Anche altri due soldati sono stati uccisi durante i combattimenti a Khan Younis domenica. Lo hanno annunciato lunedì le forze di Difesa israeliane. I due caduti sono stati identificati come il Sergente di prima classe Adi Eldor, 21 anni, dell’unità Maglan della Brigata Commando, di Haifa e il Sgt. Prima classe Alon Kleinman, 21 anni, dell’unità Maglan della Brigata di Comando, di Tel Aviv. I due soldati hanno perso la vita in seguito del coraggioso salvataggio degli ostaggi Fernando Simon Marman, 61 anni, e Norberto Louis Har, 70 anni, che sono stati estratti da un condominio a Rafah durante la notte.
    Lunedì Hamas ha diffuso un comunicato lamentando “il massacro che l’esercito israeliano ha condotto a Rafah” accusando inoltre gli Stati Uniti di “dare il via libera alle operazioni, e definendo l’operato dell’IDF la continuazione di una “guerra genocida” contro il popolo palestinese”. Hamas ha inoltre condiviso che circa 100 persone sono state uccise in seguito al salvataggio degli israeliani rapiti. L’IDF ha risposto all’accusa dichiarando di aver usato un’intensa potenza di fuoco contro uomini armati dentro e intorno all’edificio in cui erano detenuti i due ostaggi e che molti terroristi sono stati uccisi nel corso dell’operazione.
    Prima dell’inasprirsi del conflitto, la città di Rafah, dove erano detenuti gli ostaggi, ospitava circa 275.000 persone, ma la sua popolazione è aumentata notevolmente a causa dello spostamento dei residenti di altre aree della Striscia di Gaza.

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