Skip to main content

Ultimo numero Settembre – Ottobre 2024

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    RIVLIN STRIGLIA PARTITI A INSEDIAMENTO KNESSET, ‘SERVE UN GOVERNO’

    “Stiamo affrontando un’emergenza per la democrazia”. Il presidente israelianoReuven Rivlin ha strigliato ieri i deputati in occasione dell’insediamento della 22esima Knesset, esortando i leader politici a trovare al più presto un accordo per la formazione di un nuovo governo. “Onorevoli membri della Knesset, gli occhi della nazione sono di voi, sui piccoli partiti come i grandi”, ha detto Rivlin, citato dai media israeliani. “Formare un governo non è solo esaudire l’auspicio della gente, è anche una necessità economica di sicurezza”, ha ammonito il presidente, esortando alla formazione di un governo di unità nazionale “per metterci alle spalle le divisioni fra noi e lavorare per trovare un accordo… per darci un’opportunità di respirare un poco, di lenire le ferite”. Il monito di Rivlin arriva in un momento di crisi per la democrazia israeliana. La nuova Knesset s’insedia a sei mesi dalla precedente, dopo che le elezioni di aprile non hanno prodotto un nuovo governo. Ma anche dopo il voto del 17 settembre si sta ripetendo una situazione di stallo politico. 

    Incaricato di formare il nuovo esecutivo il primo ministro Benyamin Netanyahu non ha i numeri per governare con il suo partito nazional conservatore Likud, l’estrema destra di Yamina e i due partiti religiosi Shas e Giudaismo unito nella Torah. E il dialogo per il governo di unità nazionale auspicato da Rivlin non è mai veramente decollato. Il partito laico e centrista Blu e Bianco dell’ex generale Benny Gantz insiste infatti di essere pronto ad allearsi con il Likud, ma solo se Netanyahu ne rimarrà fuori, dato che rischia di essere incriminato per corruzione. Oggi Netanyahu ha incontrato il suo ex ministro della Difesa Avigdor Lieberman, leader del partito laico della destra nazionalista Israel Beitenu. Ma il colloquio si è concluso senza risultati dopo un’ora. Era stato proprio il rifiuto di Lieberman a venire a patti con gli ultraortodossi sulle leva militare per tutti ad impedire ad aprile il ripetersi del precedente governo di destra. La questione è molto sentita dalla maggioranza laica degli israelianie Lieberman, premiato dalle urne, preme per un governo di unità nazionale. 

    Il partito Blu e Bianco spera in una rivolta interna al Likud, che rovesci Netanyahu. Al momento non è però chiaro se ciò potrà avvenire. Oggi il Likud ha diffuso un comunicato per spiegare che si valutano primarie lampo per “far svanire l’illusione di una ‘rivolta’ ” contro il premier. Va però notato che l’ex ministro Giden Sa’aar ha subito segnalato la sua disponibilità a sfidare Netanyahu. Mercoledì prossimo è Yom Kippur, la ricorrenza ebraica dell’espiazione, giorno in cui si digiuna, si chiede perdono per i propri peccati e ci si riconcilia con gli altri. Non è chiaro se porterà consiglio anche ai leader politici. Allora saranno termine le audizioni dei legali di Netanyahu davanti al procuratore generale Avichai Mandelblit, iniziate ieri. Mandeblit deve stabilire se incriminare il premier in tre casi di corruzione che lo vedono coinvolto, ma la sua decisione potrebbe arrivare solo verso la fine dell’anno, secondo indiscrezioni dei media. (Civ/AdnKronos) 

    CONDIVIDI SU: