
La resistenza agli antibiotici è una delle più gravi emergenze sanitarie globali. Una scoperta dell’Università Ebraica di Gerusalemme potrebbe aprire una nuova strada nella lotta contro i cosiddetti “superbatteri”.
Un team di ricercatori israeliani ha individuato una minuscola molecola di RNA, chiamata PreS, che consente ai batteriofagi, o semplicemente ‘fagi’ – virus innocui per l’uomo che infettano e uccidono i batteri – di prendere il controllo delle cellule batteriche e di utilizzarle per replicarsi fino a distruggerle.
Comprendere il funzionamento dei fagi può “aiutare gli scienziati a promuovere la ricerca e le terapie alternative che potrebbero contribuire a combattere i batteri resistenti agli antibiotici”, ha affermato il dott. Sahar Malamed dell’Università Ebraica di Gerusalemme che ha guidato lo studio.
Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), nel 2019 i batteri resistenti agli antibiotici, i superbatteri, sono stati direttamente responsabili di 1,27 milioni di decessi in tutto il mondo.
I fagi furono scoperti nel 1917 dal microbiologo franco-canadese Félix d’Hérelle, che li chiamò così dal greco antico “phagein”, cioè, “divorare” o “mangiare”. Dopo la scoperta della penicillina, l’interesse scientifico per questi virus diminuì, ma l’aumentare della resistenza dei batteri agli antibiotici ha riportato i fagi al centro della ricerca.

Nel 2018 in Israele è stato fondato l’Israel Phage Therapy Center in collaborazione con l’Hadassah Medical Center, specializzato nello sviluppo di terapie fagiche mirate, con diversi casi di successo nel trattamento di infezioni batteriche resistenti.
Per questo studio, il dott. Malamed ha utilizzato una nuova applicazione del metodo RIL-seq (RNA Interaction by Ligation and sequencing), sviluppato da lui stesso, allo scopo di mappare le interazioni dell’RNA “mentre i batteri sono infettati dal batteriofago”. In questo modo è stata individuata la minuscola molecola di RNA PreS, mai notata prima, all’interno di un fago lambda, “uno dei virus più studiati degli ultimi 75 anni”, che infetta il batterio Escherichia coli. Secondo il dott. Malamed, la molecola PreS agisce come “interruttore” molecolare, dirottando il meccanismo di replicazione del batterio e riproducendosi in modo efficiente all’interno dei singoli batteri. Man mano che viene prodotto un numero crescente di fagi, questi diventano così numerosi che fuoriescono dalla cellula, uccidendo il batterio.
Scoprire come PreS prende il controllo delle cellule batteriche fornisce importanti informazioni per progettare trattamenti fagici più efficaci e mirati in futuro.
Il prossimo passo sarà cercare altre molecole di RNA in diversi fagi, “per capire come manipolano i sistemi batterici e li adattano alle loro esigenze”- ha spiegato Malamed, sottolineando che questa ricerca cambia il modo in cui gli scienziati interpretano “il dialogo molecolare” tra i fagi e i loro ospiti, fornendo potenziali nuove vie per la terapia fagica.
Questo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Molecular Cell.












