Otto soldati israeliani sono stati uccisi in un’esplosione a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, nelle prime ore di sabato mattina, quando un veicolo blindato nei pressi del campo profughi di Tel a-Sultan è esploso, uccidendo le truppe al suo interno.
L’esplosione è avvenuta intorno alle 5:15 mentre un convoglio del genio, assegnato al battaglione della Brigata Givati, si stava dirigendo verso un edificio catturato dall’IDF dove avevano programmato di riposarsi dopo l’operazione che ha avuto luogo nel sud della Striscia durante la notte, in cui sono stati eliminati circa 50 terroristi. Sulla strada verso quell’edificio si è verificata una grande esplosione, senza che nella zona si verificassero spari.
Il portavoce dell’esercito Daniel Hagari ha affermato che l’esplosione è stata “probabilmente causata da un ordigno esplosivo piazzato nell’area o dal lancio di un missile anticarro” e ha sottolineato che “una squadra di esperti del Ministero della Difesa e dell’IDF esaminerà il veicolo blindato e tutti i dettagli dell’incidente”, cercando di far luce sulle dinamiche dell’accaduto.
Questa mattina sono stati resi noti i nomi di sei delle otto vittime. Tutti i soldati prestavano servizio nel 601° battaglione del Corpo di ingegneria da combattimento. All’interno del Namer, il veicolo corazzato del genio militare dell’IDF, c’erano il sergente Eliyahu Moshe Zimbalist, 21 anni, di Beit Shemesh; il sergente Itay Amar, 19 anni, di Kochav Yair; il sergente maggiore Stanislav Kostarev, 21 anni, di Ashdod; il sergente maggiore Orr Blumovitz, 20 anni, di Parders Hana; il sergente maggiore Oz Yeshaia Gruber, 20 anni, di Tal Menashe; e il capitano Wassem Mahmoud, 23 anni, di Beit Jann, che era un vice comandante di compagnia. Nei prossimi giorni verranno resi noti i nomi degli ultimi due soldati che hanno perso la vita sabato.