
Con un’operazione militare senza precedenti, le forze armate statunitensi hanno colpito e, secondo fonti ufficiali, devastato tre siti chiave del programma nucleare iraniano, impiegando una combinazione di aerei stealth B-2, cyber-attacchi, missili Tomahawk e bombe penetranti di ultima generazione.
Il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, e il Capo degli Stati Maggiori Riuniti, il Generale Dan Caine, hanno confermato in conferenza stampa che l’operazione – denominata “Midnight Hammer” – ha avuto luogo in un arco di tempo di soli 25 minuti, colpendo simultaneamente gli impianti di Fordow, Natanz e Isfahan.
L’attacco ha visto il coinvolgimento di 7 bombardieri strategici B-2 Spirit, decollati dalla base Whiteman in Missouri e accompagnati, nelle fasi finali, da caccia di quarta e quinta generazione. Una formazione più ampia di velivoli ha inizialmente simulato un’operazione su larga scala, fungendo da diversivo e allontanandosi verso ovest per confondere le difese iraniane. Contemporaneamente, un sottomarino statunitense ha lanciato 24 missili da crociera Tomahawk contro radar e postazioni di difesa aerea iraniane, mentre attacchi informatici mirati hanno disturbato le comunicazioni e i sistemi di controllo della Repubblica Islamica.
Alle 1:45 ora locale, i B-2 hanno sganciato le prime due bombe Massive Ordnance Penetrator (MOP) da 13.600 kg sull’impianto di Fordow, seguito da altri 14 ordigni simili sulle strutture di Natanz e Fordow. Complessivamente, l’operazione ha impiegato 75 bombe di precisione.
“Abbiamo devastato il programma nucleare iraniano. Iran non avrà mai l’arma atomica sotto l’amministrazione Trump”, ha dichiarato il Segretario Hegseth, sottolineando che l’obiettivo dell’operazione era puramente strategico e non intendeva colpire né le forze armate iraniane né la popolazione civile. Hegseth ha definito l’operazione “un incredibile e travolgente successo” e ha aggiunto che “molti presidenti hanno sognato di poter porre fine al programma nucleare iraniano. Solo il Presidente Trump ha avuto il coraggio e la visione per farlo”. Il Segretario ha inoltre ringraziato le forze armate statunitensi e i partner israeliani per il supporto nella pianificazione, definendo l’intervento “storico per precisione e segretezza”.
Nel suo intervento, il Generale Caine ha spiegato che l’operazione è stata “una missione ad altissimo rischio, eseguita con eccezionale disciplina e capacità interforze”. Ha parlato di una pianificazione meticolosa e riservata, alla quale hanno avuto accesso pochissimi vertici a Washington. “Abbiamo dimostrato la nostra capacità di proiettare potenza su scala globale con rapidità, coordinamento e precisione”, ha dichiarato Caine, sottolineando la portata strategica e simbolica della missione, la più lunga per i bombardieri B-2 dal 2001 e la prima con impiego operativo delle MOP. Hegseth ha poi lanciato un monito chiaro a Teheran: “Se l’Iran dovesse rispondere, la risposta americana sarà ancora più devastante di quanto visto stanotte. Non cerchiamo la guerra, ma agiremo in modo rapido e deciso per difendere i nostri interessi, alleati e cittadini”.
Fonti riservate citate dal Jerusalem Post hanno confermato che tra gli obiettivi c’era anche una struttura fortificata situata in una catena montuosa nei pressi di Isfahan, dove si riteneva fosse custodita una scorta di uranio arricchito e infrastrutture sensibili collegate al programma nucleare. Il sito ha subito, secondo le stesse fonti, “danni significativi”.
Le immagini satellitari di Fordow mostrano crateri e fenomeni di subsidenza compatibili con l’impatto di bombe penetranti, lasciando intendere che anche il sito costruito sotto la montagna possa essere stato compromesso. Secondo le prime stime dell’intelligence USA e israeliana, il sito di Natanz sarebbe stato completamente distrutto, mentre Fordow e Isfahan avrebbero subito “danni gravi”, ma la valutazione definitiva è ancora in corso. Alcuni funzionari israeliani hanno dichiarato che Fordow risulta distrutto, altri invitano alla cautela in attesa di conferme indipendenti e più dettagliate. Tuttavia, la portata dell’attacco fa ritenere che l’obiettivo di neutralizzare il cuore del programma di arricchimento iraniano sia stato raggiunto.