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    ISRAELE

    Noa Argamani torna a ballare. Una celebrazione della vita e un appello per gli ostaggi

    Noa Argamani ha celebrato il suo ritorno alla vita con un evento chiamato “Dance with Noa”, circondata da amici e familiari.
    Noa Argamani era stata rapita dal festival musicale Supernova vicino al Kibbutz Re’im il 7 ottobre, quando migliaia di terroristi guidati da Hamas hanno preso d’assalto il confine di Gaza e hanno invaso il sud di Israele, uccidendo circa 1.200 persone e catturando 251 ostaggi. È stata ostaggio di Hamas per 246 giorni, per poi essere salvata da Nuseirat, nella Gaza centrale, dalle forze dell’IDF dopo nove mesi di prigionia in un’audace operazione, la cosiddetta “Operazione Arnon”, l’8 giugno, insieme agli ostaggi Almog Meir Jan, Andrey Kozlov e Shlomi Ziv. Le riprese del rapimento di Argamani, in cui è stata vista urlare mentre il suo rapitore di Hamas la portava via sul retro di una motocicletta mentre il suo fidanzato Avinatan Or veniva trattenuto, sono diventate alcune delle riprese più famose dell’attacco terroristico del 7 ottobre.
    Nei suoi racconti della prigionia ha parlato delle difficoltà affrontate durante la prigionia a Gaza, rivelando le condizioni disumane in cui è stata tenuta, con accesso limitato a cibo e acqua e costretta a spostarsi frequentemente tra diverse località, tra cui tunnel sotterranei. Nonostante tutto, ha trovato la forza per andare avanti.
    A distanza di un mese e mezzo dalla liberazione ha organizzato questa festa, durante la quale ha sottolineato l’importanza di apprezzare ogni momento della vita, specialmente in un periodo così difficile. Tuttavia, non ha dimenticato coloro che sono ancora prigionieri, compreso il suo fidanzato Avinatan Or, lanciando un appello urgente per la loro liberazione. Suo padre, Yaakov, ha espresso gratitudine per il ritorno di Noa, riconoscendo l’attesa angosciante vissuta da tutta la famiglia e dai loro amici.
    Recentemente, Noa è stata in Giappone, dove ha incontrato alcuni diplomatici per condividere la sua esperienza e richiamare l’attenzione sulla situazione dei prigionieri. Ha raccontato delle notti passate temendo per la sua vita e del suo impegno nel fare tutto il possibile per riportare a casa Avinatan e gli altri ostaggi.

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