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    Next Generation Terrorism – I fondi europei in tasca ai terroristi palestinesi

    Fondi europei e Next Generation EU sono i temi caldi sui quali, ormai da settimane, i media puntano l’attenzione per sapere come il governo Draghi stia preparando il piano per usarli.  

    L’Unione Europea, in verità, di fondi ne stanzia molti, di diverso tipo e anche a Paesi fuori dall’Unione. Quello che però non ci si aspetterebbe è che questi fondi finanzino anche organizzazioni considerate terroristiche dalla stessa Unione Europea. Non ce lo aspetteremmo ma, a quanto pare, è proprio così.

    Alcune organizzazioni che si occupano di monitorare i fondi, in particolare l’israeliana NGO Monitor, da diversi anni denunciano questa pratica; ma la maggior parte dei governi europei e l’Unione Europea hanno sempre ritenuto che l’utilizzo dei fondi da loro stanziati fosse regolare e che venissero sempre utilizzati per progetti meritevoli, come le organizzazioni destinatarie riferivano. 

    Ora, però, il servizio di sicurezza Israeliano Shin Bet, insieme all’Esercito e alla Polizia israeliana, ha scoperto il percorso attraverso il quale il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PFLP) – organizzazione che la stessa Unione Europea ha designato come terrorista – riesca ad aggirare le restrizioni imposte al fine di ottenere finanziamenti pubblici dalla stessa istituzione.  

    Nell’ambito dell’operazione sono state arrestate 4 persone, di cui una con cittadinanza Spagnola.

    Secondo questa indagine, i finanziamenti, che ammontano a centinaia di milioni di Euro, vengono assegnati ad ONG e ad altre agenzie di assistenza attive in Europa. Successivamente vengono trasferiti ad istituzioni ed organizzazioni palestinesi che dovrebbero dare aiuti umanitari ma che in realtà ingannano le organizzazioni europee usando molteplici metodi: rendicontano progetti fittizi, presentano documenti falsi, gonfiano le fatture, che falsificano assieme a documenti e firme bancarie, deviano gli appalti, riportano stipendi artificiosamente aumentati. 

    Alla fine i fondi finirebbero quindi al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, che li utilizza per attività terroristiche. 

    Questo sistema ruoterebbe principalmente attorno ad un’organizzazione apparentemente umanitaria, la “Health Work Committee” che in realtà, secondo l’indagine israeliana, è affiliata al PFLP che sarebbe, quindi, il reale percettore dei finanziamenti.

    Ricordiamo che il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina è uno degli storici gruppi palestinesi. Fondato nel 1967, di ispirazione ideologica Marxista-Leninista, è stata la prima organizzazione terroristica a dirottare aerei negli anni ‘60 e ‘70, tra cui, nel 1976, il volo dell’Air France Tel Aviv-Atene-Parigi fatto atterrane ad Entebbe in Uganda. Tra i tanti attacchi terroristici – di cui si ritiene sia responsabile e che ha spesso rivendicato – ci sono il terribile assassinio della famiglia Fogel ad Itamar nel 2011, il massacro presso una sinagoga a Gerusalemme in cui persero la vita 5 persone nel 2014 e, nel 2019, l’omicidio della diciassettenne israeliana Rina Shnerb da cui sono partite le indagini che hanno svelato questa truffa ai danni dell’Unione Europea.

    Dopo che questa indagine è stata resa nota, il Ministero degli Esteri israeliano ha convocato diversi ambasciatori europei per presentare loro i dettagli dell’operazione, per chiedere di congelare i fondi ed imporre maggiori controlli affinché i fondi non finiscano nelle mani di organizzazioni terroristiche. 

    Ci auguriamo che, dopo le numerose segnalazioni ricevute negli anni, i governi europei controllino in maniera capillare e seria in quali tasche questi fondi, finanziati dai cittadini e contribuenti europei, vadano a finire.

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