Il kibbutz Be’eri giovedì ha annunciato che uno dei suoi membri, Meni Godard, è stato assassinato in seguito al rapimento del 7 ottobre. Inizialmente si credeva che fosse stato ucciso durante il massacro, ma il suo corpo, prima di questa settimana, non era mai stato trovato. Anche sua moglie, Ayele, è stata colpita a morte quando i terroristi di Hamas hanno preso d’assalto la loro casa. Ora, il kibbutz ha confermato l’assassinio dell’uomo, dichiarando inoltre che il corpo si trova a Gaza. Ci sono altre 30 persone che si pensa siano state uccise durante il massacro, i cui corpi però risultano ancora trattenuti dai terroristi.
Il New York Times ha riferito che l’IDF ha informato 32 famiglie della morte dei loro cari. Alcune fonti hanno detto al giornale americano che anche altri 20 ostaggi potrebbero essere stati uccisi, ma non c’è stata alcuna conferma definitiva del loro destino. L’esercito israeliano ha affermato che la maggior parte dei rapiti è stata uccisa durante il massacro e che l’IDF sta facendo il possibile, utilizzando tutte le risorse disponibili per ottenere quante più informazioni su coloro che risultano ancora prigionieri nelle mani di Hamas.
Nel frattempo, le famiglie degli ostaggi continuano a pressare il governo israeliano per il rilascio immediato dei loro familiari. Mercoledì, dopo che il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto che non avrebbe accettato le richieste di Hamas, le famiglie hanno sottolineato che lasciare gli ostaggi al loro destino a Gaza sarebbe una condanna a morte e una macchia su Israele per le generazioni a venire.