
Durante l’evento conclusivo del programma Teen Spirit, organizzato dalla Civilian Public Diplomacy Headquarters, l’ex ostaggio Dafna Elaykim ha condiviso pubblicamente per la prima volta gli abusi subiti durante la prigionia nelle mani di Hamas. Secondo quanto riportato da N12, Dafna ha rivelato che uno dei suoi carcerieri la molestava costantemente. “Uno dei terroristi mi toccava continuamente. Diceva che avrebbero liberato tutti tranne me, perché voleva sposarmi. Insisteva per accompagnarmi alla doccia” ha raccontato.
In un’intervista rilasciata a febbraio, Dafna aveva condiviso il racconto del suo rapimento avvenuto il 7 ottobre 2023 nel Kibbutz Nahal Oz, dove viveva con la sorella minore Ella. I terroristi di Hamas hanno fatto irruzione nella loro casa, sparando e ferendo il padre Noam alla gamba. Le due sorelle sono state trascinate fuori e prese in ostaggio; il corpo del padre è stato ritrovato successivamente.
Durante la prigionia a Gaza, Dafna ed Ella sono state spostate in diverse località per evitare di essere localizzate dall’IDF. In una delle prime abitazioni civili dove sono state portate, è stato detto loro: “Fate tutto quello che vi diciamo o vi uccideremo”. Due settimane prima della liberazione, sono state trasferite in un’altra struttura insieme ad altre donne in ostaggio, dove sono rimaste fino al rilascio avvenuto nel novembre 2023.
Dafna ha espresso profonda preoccupazione per le donne ancora trattenute, affermando di non riuscire a smettere di pensare a loro, a come vengono trattate e picchiate in cattività. Al momento della liberazione, ha raccontato di non riuscire a credere di essere tornata in Israele, temendo che Hamas potesse attaccarli da un momento all’altro nuovamente. La testimonianza di Dafna Elaykim getta una luce cruda e dolorosa sulla realtà vissuta dagli ostaggi israeliani durante il conflitto con Hamas, evidenziando la necessità di continuare a cercare giustizia e supporto per le vittime di tali atrocità.