
“L’aeronautica israeliana controlla i cieli di Teheran. Questo cambia l’intera campagna” ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante la visita alla base aerea di Tel Nof insieme al ministro della Difesa Israel Katz e al Capo di Stato Maggiore dell’IDF Eyal Zamir. “Siamo sulla strada per raggiungere i nostri due obiettivi: eliminare la minaccia nucleare e quella missilistica”, ha aggiunto il premier elogiando l’operazione in corso in Iran.
Netanyahu ha ringraziato i piloti e il personale tecnico definendoli “eroi” e sottolineando che il mondo intero guarda con ammirazione l’efficacia delle forze armate israeliane. “Ai civili di Teheran diciamo: evacuate. E noi agiamo. Grazie a voi, siamo sulla via della vittoria”. Il ministro della Difesa Katz ha confermato che la decisione di attaccare l’Iran è stata difficile, ma necessaria. “Sapevamo di poter contare su di voi. Guardando ora il cielo sopra Teheran, sappiamo di aver fatto la scelta giusta”.
A quattro giorni dall’inizio delle operazioni l’esercito israeliano ha annunciato la distruzione di oltre 120 rampe di lancio di missili balistici a lungo raggio in Iran – circa un terzo dell’intero arsenale iraniano, secondo fonti militari. La notte scorsa, circa 50 caccia israeliani hanno colpito cento obiettivi militari, compresi depositi di missili e centri di comando della Guardia Rivoluzionaria, sia a Teheran che nella zona di Isfahan. Più di 20 missili iraniani sono stati neutralizzati prima che potessero essere lanciati contro Israele.
L’IDF ha confermato inoltre l’eliminazione di Mohammad Kazemi, capo dell’intelligence dei Pasdaran, e del suo vice Mohammad Hassan Mohaqiq, in un attacco aereo nel centro di Teheran. Kazemi, in carica dal 2022, era ritenuto il principale responsabile delle attività di sorveglianza interna e della pianificazione di operazioni terroristiche contro Israele tramite le milizie regionali. Nella stessa operazione sono stati uccisi anche Mohsen Bakri e Abu al-Fadl Nikouei, figure di spicco della forze Quds impegnate nel sostegno a Hezbollah, Hamas e alle milizie filo-iraniane in Iraq e Siria.