Si è conclusa ieri con una conferenza stampa la visita del Segretario di Stato Antony Blinken in Israele. Durante l’incontro con i giornalisti a Tel Aviv, Blinken ha usato parole molto dure contro la campagna dell’IDF a Gaza, mentre Netanyahu gli ha “risposto” a distanza in un’altra conferenza stampa.
La Casa Bianca negli ultimi mesi non ha nascosto la sua insoddisfazione su ciò che sta avvenendo nella Striscia, ma la critica di mercoledì è stata la più dura fino ad oggi. Blinken ha dedicato gran parte del suo intervento alla questione dell’alto numero di vittime civili e la situazione umanitaria a Gaza. Il Segretario di Stato ha affermato inoltre che gli Stati Uniti hanno esercitato e continuano a esercitare pressioni su Israele “in modi concreti per rafforzare la protezione civile” e per ottenere maggiore assistenza a coloro che ne hanno bisogno. Ha anche chiesto “un percorso concreto, limitato nel tempo e irreversibile” per arrivare secondo lui ad uno Stato palestinese accanto a Israele, che viva in pace e sicurezza.
Blinken ha condannato Hamas definendolo “un nemico i cui leader si circondano di ostaggi” e ribadendo come i terroristi palestinesi abbiano dichiarato pubblicamente “di uccidere quanti più civili innocenti possibile, semplicemente perché sono ebrei, e cancellare Israele dalla mappa geografica”. “Ecco perché abbiamo chiarito che Israele è pienamente giustificato nell’affrontare Hamas e altre organizzazioni terroristiche”, ha insistito il Segretario, che ha parlato anche dei colloqui sugli ostaggi, affermando che il motivo per cui è tornato in Israele per la settima volta dal 7 ottobre è “prima di tutto quello di consultarsi con i nostri partner per riportare a casa tutti gli ostaggi rimasti”.
A poche ore di distanza, anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha organizzato una conferenza stampa a Gerusalemme. Segno del raffreddamento dei rapporti tra i due governi. Nel suo discorso Netanyahu ha respinto le condizioni di Hamas per un nuovo accordo sugli ostaggi, sostenendo che solo la pressione militare potrà garantire il rilascio degli israeliani tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza. “Dovrebbe esserci una sorta di negoziazione tramite gli intermediari. Ma in questo momento, dato quello che vedo dalla risposta di Hamas, non ci sono”, ha detto. “La resa alle richieste deliranti di Hamas, non solo non porterebbe alla liberazione degli ostaggi, ma inviterebbe solo ad un ulteriore massacro; porterebbe Israele ad un disastro che nessun cittadino israeliano vuole”, ha affermato. Il premier ha insistito sul fatto che il ritorno degli ostaggi rimane una priorità assoluta e che “la pressione militare continua è una condizione essenziale per la loro liberazione”.
Durante il suo intervento ha parlato anche del suo colloquio con il Segretario di Stato americano. Netanyahu ha sottolineato che Israele è “a un passo dalla vittoria assoluta” e che la sconfitta di Hamas sarà la “vittoria dell’intero mondo libero”. “La vittoria è a portata di mano”, ha aggiunto.
Il premier israeliano ha anche parlato del dopoguerra, ribadendo che il conflitto si concluderà con la distruzione di Hamas in termini militari. Infatti secondo Netanyahu, questa è la condizione fondamentale per l’instaurazione di un futuro governo civile, ovviamente senza l’organizzazione terroristica. Netanyahu ha informato Blinken che Israele “assicurerà che Gaza venga smilitarizzata per sempre” – un obiettivo che sarà raggiunto se Gerusalemme manterrà la libertà di “agire a Gaza dove e quando necessario, per garantire che il terrorismo non alzi nuovamente la testa”. “Ho ordinato l’inizio di questo processo e ho aggiornato oggi il Segretario Blinken in merito”, ha detto.
Netanyahu ha anche confermato di aver rifiutato la richiesta degli Stati Uniti affinché Blinken incontrasse privatamente il capo di stato maggiore dell’IDF Herzi Halevi, definendo la richiesta inappropriata.