Continuano ad emergere le drammatiche testimonianze
dei sopravvissuti all’attacco terroristico nel sud di Israele. È drammatico il
racconto di Iren Shavit, il cui sogno di sposarsi con Neta Epstein, 21 anni, si
è infranto proprio sabato 7 ottobre. Dopo aver sentito le sirene, i due futuri
sposi si erano nascosti nel rifugio nella loro casa di Kfar Aza. Intorno alle 7
hanno cominciato a sentire gli spari.
Un’ora dopo Neta è stato informato che la nonna era
stata assassinata; dopo un paio di ore, ha saputo che anche lo zio era morto.
Alle 11 la giovane coppia ha sentito gli spari avvicinarsi sempre di più e
mezz’ora dopo qualcuno ha rotto la finestra del soggiorno. Iren rivolgendosi a
Neta gli ha detto: «Neta, sono qui, sono qui!».
È in quel momento che Neta invia un messaggio ad
alcuni gruppi scrivendo “I terroristi sono qui, vi voglio bene”. I terroristi
aprono la porta del rifugio e vi gettano all’interno due granata che feriscono
lievemente Iren, lanciano poi una terza granata. È allora che Neta si getta
sulla granata urlando. I terroristi gli sparano e lo uccidono.
Iren, originaria di Bitzaron, aveva conosciuto Neta,
originario di Kfar Gaza, un anno e mezzo fa. È stato amore a prima vista. Dopo
il primo appuntamento Iren confidandosi con la madre le aveva chiesto: «Come
posso essermi innamorata in sole 24 ore?».
«Mi rifiuto di parlare di lui al passato» ha
spiegato Iren in una intervista a Kan11 news rilasciata in questi giorni,
«aspetto sempre che apra la porta e mi sorrida».
Dopo aver ucciso Neta i terroristi non sono entrati
nel rifugio. Vi hanno lanciato all’interno una quarta granata che ha appiccato
un incendio. Iren è rimasta sdraiata vicino al fidanzato con le fiamme che
invadevano la stanza. Ha subito scritto al padre di Neta per informarlo che il
figlio era stato ucciso mentre i terroristi erano ancora nel salotto.
Solo quando i terroristi hanno lasciato la casa Iren
ha scritto un messaggio di addio ai suoi genitori, dicendo che gli voleva bene
e che erano i migliori genitori che potesse desiderare. Sua madre si è
arrabbiata, le ha risposto di non arrendersi e che Neta non era morto invano,
ma perché lei potesse vivere.
Iren ha continuato a nascondersi mentre i terroristi
entravano ed uscivano dalla casa. È rimasta nascosta sotto il letto nel rifugio
con il corpo del fidanzato che la proteggeva. La ragazza è stata salvata sabato
pomeriggio intorno alle quattro, dieci ore dopo essere entrata nel rifugio. I
genitori di Neta sono stati salvati il giorno dopo.
Iren e Neta si sarebbero voluti sposare il 24 aprile
del 2024. Iren aveva già comprato l’abito bianco da sposa, lo ha ancora
nell’armadio.