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    ISRAELE

    Israele sotto attacco da più fronti: missili dal Libano e droni dall’Iraq. Incertezza sulla tregua

    Mentre le operazioni militari israeliane nel sud del Libano e nella periferia di Beirut continuano a intensificarsi, Israele si trova a fronteggiare minacce provenienti da diverse direzioni. Hezbollah ha aumentato il lancio di razzi dal nord, mentre un nuovo fronte di conflitto si è aperto con l’attacco di droni partiti dall’Iraq, che hanno colpito il porto di Eilat, nel sud di Israele.
    Nonostante la situazione sempre più tesa, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ventilato l’opzione di una tregua condizionata, una possibilità che, tuttavia, appare incerta. La leadership di Hezbollah, infatti, sembra poco incline ad accettare i termini proposti. Nel frattempo, Israele continua a colpire obiettivi strategici del gruppo sciita con raid aerei mirati, cercando di contenere le minacce su più fronti.

    Attacchi di droni dall’Iraq: colpito il porto di Eilat
    Uno degli sviluppi più preoccupanti delle ultime ore è stato l’attacco di un drone partito dall’Iraq, che ha colpito una struttura nel porto di Eilat, ferendo due persone. L’estensione geografica di questo attacco rappresenta una nuova sfida per la sicurezza di Israele. “Questo attacco segna un’escalation significativa e una minaccia che va oltre i confini immediati del conflitto”, ha affermato un alto funzionario israeliano. Israele ha risposto sottolineando la propria capacità di difendersi non solo lungo i confini, ma anche contro minacce più lontane.

    Hezbollah intensifica i suoi attacchi: razzi sul nord di Israele
    Nel nord di Israele, Hezbollah ha intensificato il lancio di razzi, colpendo un kibbutz e ferendo due persone. La tensione è ulteriormente aumentata quando, nella mattinata di mercoledì, è stato intercettato un missile balistico Qadr 1 lanciato dal gruppo libanese nei pressi di Tel Aviv. Questo attacco senza precedenti ha colpito il cuore economico di Israele. Hezbollah ha dichiarato che il missile era diretto contro il quartier generale del Mossad, ritenuto responsabile di recenti operazioni contro i membri del gruppo. Il missile è stato intercettato dall’aeronautica militare israeliana, che ha successivamente colpito il lanciatore nel sud del Libano, nei pressi di Nafakhiyeh.
    L’esercito israeliano sta ora valutando la possibilità di un’invasione di terra, nel caso in cui Hezbollah continui a intensificare le sue operazioni. “Siamo pronti a ogni scenario, inclusa un’operazione di terra per difendere i nostri cittadini”, ha dichiarato un alto ufficiale delle IDF, ribadendo la prontezza militare dello Stato ebraico. Anche il Capo di Stato Maggiore Herzi Halevi ha confermato che un’invasione terrestre rimane un’opzione concreta.

    Raid israeliani: colpiti 75 obiettivi strategici in Libano
    In risposta agli attacchi di Hezbollah, l’aviazione israeliana ha condotto una serie di raid aerei mirati contro le postazioni del gruppo sciita nel sud del Libano e nella valle della Bekaa, una delle sue roccaforti. Nel corso della notte, sono stati colpiti 75 obiettivi militari, inclusi depositi di armi, lanciarazzi e postazioni strategiche. Tra i siti colpiti vi sono anche località vicine a Tiro e la città di Anqoun, nei pressi di Sidone. Israele ha ribadito che questi attacchi mirano a indebolire le capacità operative di Hezbollah e a prevenire ulteriori aggressioni.

    La prospettiva di una tregua condizionata
    Nonostante l’intensificazione del conflitto, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha lasciato aperta la porta a una tregua, ma solo a condizioni rigorose. Tuttavia, funzionari israeliani rimangono scettici riguardo alla possibilità che Hezbollah possa accettare tali condizioni. Il leader del gruppo sciita, Hassan Nasrallah, ha adottato una linea dura nelle ultime settimane, promettendo di continuare a combattere finché Israele non interromperà i suoi attacchi sia su Gaza che sul Libano.

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