
Il Ministero dei Trasporti israeliano, guidato da Miri Regev, ha annunciato oggi il lancio dell’ Operazione “Rientro Sicuro”, un ambizioso piano per riportare in patria tra 100.000 e 150.000 israeliani attualmente impossibilitati a tornare a causa della chiusura dello spazio aereo. L’iniziativa – realizzata in collaborazione con il Ministero della Difesa – prevede l’impiego di compagnie aeree private e della Mano Maritime, tramite trasporti sia aerei che marittimi.
Inizialmente si era ipotizzato l’utilizzo di elicotteri e velivoli militari, ma vincoli delle Forze Aeree hanno reso necessario ripiegare su mezzi civili e navali, inclusi mezzi da sbarco. Verrà istituito un centro di coordinamento dedicato, attivato dal Ministero dei Trasporti e supportato dall’IDF Home Front Command e dall’Autorità Nazionale per le Emergenze .
Il piano include anche l’evacuazione di non cittadini presenti in Israele – come giovani del programma Birthright e turisti – ritenuti non essenziali in un momento di crisi. Regev ha assicurato che i voli di soccorso inizieranno entro 72 ore, con uno staff dedicato e un massimo di due atterraggi l’ora, operando esclusivamente in orario diurno per garantire la massima sicurezza. L’aeroporto Ben-Gurion è tuttora chiuso, con voli cancellati che hanno lasciato migliaia di cittadini israeliani bloccati all’estero. Regev ha incoraggiato gli israeliani rimasti all’estero a mantenere la calma e, pur sottolineando che il ritorno richiederà tempo, ha garantito che “faremo di tutto per riportarvi a casa” .