È accaduto già ieri, domenica. Il sistema di difesa missilistica Iron Dome è entrato in azione lunedì mattina a Sdot Negev vicino al confine con la Striscia di Gaza, sparando due intercettori, probabilmente verso minacce in arrivo dall’enclave palestinese.
Una forte esplosione ha scosso l’area, è stato comunque comunicato ai residenti che nessun lancio di razzi era diretto contro il territorio israeliano, che non erano state attivate sirene antiaeree e che non c’erano istruzioni speciali da parte dell’IDF. Quando si è sentita l’esplosione, a quanto si apprende dai media israeliani, un gruppo di bambini stava giocando all’aperto, fuori nel kibbutz Nahal Oz. I bambini sono stati immediatamente portati al rifugio.
“Abbiamo immediatamente calmato i bambini e spiegato loro che non c’era la sirena e non c’era bisogno di farsi prendere dal panico. Sono già abituati a situazioni del genere. Per ora siamo tornati alla normalità”, ha detto uno dei residenti del kibbutz.
Già ieri, domenica mattina, l’Iron Dome era stato attivato, abbattendo un drone nel consiglio regionale di Eshkol, vicino al confine con Gaza. Non ci sono state vittime, non sono suonate le sirene dei razzi e non sono stati causati danni.
L’unità di controllo aereo dell’Air Force nel sud di Israele ha rilevato il drone subito dopo il suo lancio e ha deciso di abbatterlo. Il drone è stato intercettato nove chilometri a ovest del confine israeliano ed è caduto all’interno del territorio della Striscia di Gaza.
“L’aereo non è entrato nel nostro territorio e dal momento in cui è decollato, i sistemi dell’aeronautica ne hanno seguito la rotta. – ha dichiarato l’IDF – I caccia della difesa aerea hanno intercettato con successo l’aereo senza pilota utilizzando il sistema Iron Dome”.