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    ISRAELE

    Impiantato con successo il primo cuore artificiale totale in Israele

    Un rivoluzionario intervento è stato eseguito per la prima volta in Israele. All’Hadassah Medical Center un uomo di 63 anni, affetto da un’insufficienza cardiaca acuta e gravi problemi respiratori, ha ricevuto un cuore artificiale totale, che ha sostituito completamente l’organo biologico. Finora, nello Stato ebraico erano stati utilizzati solo supporti meccanici al circolo come i dispositivi di assistenza ventricolare sinistra (LVAD).
    Il cuore artificiale totale, realizzato in titanio, tessuti animali e sensori di precisione, è stato messo a punto da Carmat, azienda medtech francese, rappresentata in Israele da Tzamal Medical. Questo sistema di assistenza biventricolare Carmat è il più innovativo ed evoluto al mondo. Attualmente è un ‘ponte’ di salvezza per i pazienti, in attesa del trapianto, con insufficienza cardiaca biventricolare terminale, che non hanno ulteriori opzioni terapeutiche. Un ‘ponte’ che garantisce almeno due anni di vita.
    “Si è trattato di un traguardo importante per Israele, qualcosa di senza precedenti”, ha affermato il professor Offer Amir, direttore dell’Hadassah’s Heart Institute. La complessa operazione ha richiesto mesi di preparazione e pianificazione logistica, tra cui una formazione specifica in Francia. Per il trapianto è stato necessario allestire due sale operatorie: una per preparare l’impianto e l’altra per rimuovere il cuore del paziente e collegarlo a una macchina cuore-polmone. Una volta impiantato, il dispositivo ha gradualmente sostituito la macchina cuore-polmone fino a far circolare autonomamente il sangue in tutto il corpo del paziente. L’intervento è durato sette ore.
    “Per la prima volta in Israele, possiamo offrire una soluzione salvavita a coloro che hanno il cuore totalmente incapace di svolgere la sua funzione”, ha affermato il dott. Amit Korach, primario di chirurgia cardiotoracica.
    Il team medico, che ha effettuato l’intervento, era composto da cardiochirurghi, specialisti di terapia intensiva, anestesisti e tecnici del Carmat, oltre al dott. Alexander Lipey-Diamant, alla dott.ssa Rabea Asleh, al dott. Ayman Murar e alla dott.ssa Ralitsa Stoynova dell’Hadassah. “Mi sentivo come se fossi nel futuro”, ha affermato il dott. Lipey-Diamant.

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