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    ISRAELE

    IA applicata ai Rotoli del Mar Morto anticipa la loro origine di decenni

    L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando anche lo studio dei testi antichi. Due recenti ricerche, effettuate di esperti israeliani e olandesi, hanno applicato algoritmi avanzati per analizzare sia i Rotoli del Mar Morto che la struttura interna del testo biblico, offrendo risultati sorprendenti destinati a cambiare la nostra comprensione della storia della scrittura sacra. Un gruppo internazionale guidato dall’Università di Groningen, nei Paesi Bassi, ha utilizzato un modello di deep learning – chiamato “Enoch”, dal patriarca biblico – per esaminare 135 frammenti digitalizzati dei Rotoli del Mar Morto. Questi testi, scoperti nella metà del XX secolo nelle grotte di Qumran, sono tra le testimonianze più antiche dei testi biblici e apocrifi.
    L’IA ha analizzato i pattern microscopici dell’inchiostro e i margini dei caratteri scritti, confrontandoli con una nuova serie di datazioni al radiocarbonio effettuate su 24 campioni. Il risultato? Molti dei frammenti sono più antichi di quanto ritenuto finora, in alcuni casi anche di decenni. L’algoritmo ha permesso una precisione nella datazione mai raggiunta prima, riducendo il margine di errore a circa ±30 anni, rispetto agli ±150-200 delle tecniche tradizionali. Questa nuova cronologia suggerisce che la trascrizione e la diffusione dei testi sacri ebbero inizio ben prima della distruzione del Secondo Tempio nel 70 d.C., portando a una rivalutazione del ruolo di Qumran come possibile centro di copiatura o custodia dei testi.
    Nel frattempo, in Israele, ricercatori dell’Università di Haifa e della Reichman University hanno sviluppato un altro sistema di intelligenza artificiale per esplorare la composizione interna della Torah. Questo strumento analizza la frequenza delle parole, i pattern linguistici e la coerenza stilistica per distinguere le diverse “voci” o fonti che compongono il testo sacro.
    Il risultato conferma l’ipotesi documentaria sostenuta da decenni da studiosi biblici, ma lo fa con un’inedita oggettività statistica: secondo l’IA, i testi deuteronomici, sacerdotali e profetici possono essere distinti con un alto grado di accuratezza, persino quando non sono esplicitamente attribuiti ad alcun autore. L’algoritmo riesce persino a cogliere transizioni tra diversi stili narrativi all’interno dello stesso libro, suggerendo una stratificazione editoriale complessa e raffinata.
    Queste due ricerche, pur indipendenti, si muovono in direzioni complementari: una guarda alla cronologia e alla fisicità dei testi, l’altra al contenuto e alla sua trasmissione. Entrambe dimostrano come l’intelligenza artificiale possa offrire strumenti potentissimi non solo per interpretare dati moderni, ma anche per far luce sul passato più remoto.

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