“Siate pazienti e preparatevi all’ascolto di un testo che è prima di tutto teatro della parola e della psiche”. Questo è il consiglio del regista Roy Horowitz agli spettatori del teatro HaBima di Tel Aviv che per la prima volta assisteranno alla messa in scena di un’opera teatrale di Natalia Ginzburg, finora nota e amatissima in Israele solo come romanziera. La nuova missione di Horowitz è far conoscere ai connazionali anche la sua brillante produzione per il palcoscenico, ora accessibile grazie alla recente traduzione e pubblicazione in ebraico di tutto il corpo delle opere dell’autrice italiana ad opera del professore di letteratura ed editore Menachem Perry.
Debutta quindi sabato sera “L’inserzione”, una commedia in tre atti, scritta da Ginzburg nel 1968, diretta da Roy Horowitz e interpretata da Merav Grover, Oded Leopold, Sapir Azoulai e Shahar Karmi. Non ci saranno scenografie stupefacenti o palcoscenici girevoli, ha spiegato il regista a Shalom, in una pausa dalle prove. E ha aggiunto: “Si tratta di esseri umani seduti in una stanza e della loro storia, potente e universale, che si dipana. Un testo meraviglioso e l’interpretazione di bravi attori”.
Elena, giovane studentessa, risponde a un annuncio sul giornale e affitta una stanza a casa di Teresa. Non ha idea di dove sia finita e di dove andranno le cose da qui in poi. La sua padrona di casa si è recentemente separata dal marito Lorenzo. Sembra che lui sia andato avanti con la sua vita, mentre lei fatica a venire a patti con l’abbandono. Quando l’ex marito torna e fa visita alla casa, le ferite del rapporto interrotto si riaprono, o forse non si sono mai rimarginate.
A guidarlo nella decisione di rappresentare proprio questa pièce per introdurre il pubblico israeliano al teatro di Ginzburg è stata in parte “la scelta di iniettare humor nel tema doloroso della separazione di una coppia” ma anche una forte presenza dell’elemento meta teatrale. “Mentre la trama si dipana – ha detto Horowitz, che è anche docente di teatro al dipartimento di letteratura comparata all’università – il testo ha molto a che fare con la comunicazione artistica. C’è un momento in cui Elena, parlando di Teresa, confessa a Lorenzo di dubitare di esserle di aiuto perché quando la donna parla, lei la sta solo a sentire. E Lorenzo risponde che è proprio quella la cosa più importante. Ecco, vale anche per il teatro, soprattutto per un teatro come quello di Ginzburg, che è una grande scrittrice e dà molto peso alla parola. C’è molto umorismo e c’è il dramma. Ma tutto ruota intorno al testo”.
“L’inserzione” è un’opera breve ma ricca e intensa, che rappresenta un’occasione generosa per gli interpreti. “E’ la storia di un uomo e una donna che non dovrebbero mettersi insieme. Oltre a essere un tema universale, la passione che guida i personaggi è un sentimento fortemente comune al calore mediterraneo di italiani e israeliani”, ha riassunto Sapir Azoulai che interpreta la giovane Elena. “Istinto, passione. Sembra scritta di getto. Non ho mai letto un’opera così”, ha aggiunto Merav Grover, che torna dopo 20 anni sul palcoscenico dell’HaBima nel ruolo principale di Teresa. “Se avessi potuto dire al mio ex marito quello che Teresa dice a Lorenzo, se fossi stata a conoscenza di queste parole, sarebbero state quelle che avrei usato”. Le ferite interiori, quelle dell’infanzia e quelle del matrimonio, sono l’aspetto universale di Teresa che a Grover è piaciuto di più interpretare. Azulai racconta di essersi immedesimata soprattutto nella scena della cena, quando Elena è presa tra i due fuochi di Lorenzo e Teresa, combattuta tra la scelta di proteggere il passato della nuova amica o vivere il futuro di un nuovo amore. Sui social sembrerebbe esserci una certa aspettativa per la premiere israeliana di un’autrice conosciuta e amata per la sua prosa. “Spero che questa rappresentazione teatrale – si augura Horowitz – apra la via per metterne in scena altre. Ce ne sono almeno altre due che sono pronto a dirigere”.