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    Good Food Institute: Israele è leader nel foodtech

    Crescono gli investimenti nelle startup israeliane specializzate nel settore del foodtech. Questo è quanto emerge dal report del Good Food Institute (GFI), secondo il quale, nel primo semestre del 2022, le aziende che si occupano di tecnologia alimentare hanno raccolto oltre 320 milioni di dollari, con un aumento del 160% rispetto allo scorso anno. Lo Stato ebraico si colloca così al secondo posto dopo gli Stati Uniti per raccolta di fondi.

    Remilk e Redefine Meat sono le startup israeliane che hanno attirato maggiormente l’attenzione degli investitori. 

    Remilk offre latte e prodotti lattiero-caseari sintetici, realizzati cioè senza l’utilizzo di mucche. Ha raccolto 130 milioni di dollari di capitale e, ben presto, aprirà un mega stabilimento di 70mila metri quadrati in Danimarca, a Kalundborg, nel neonato distretto del cibo hi-tech.

    L’azienda Redefine Meat ha acquisito 135 milioni di dollari per la produzione di carne artificiale, utilizzando la tecnologia delle stampanti in 3D: perfetti facsimili di bistecche e hamburger, con la stessa consistenza e lo stesso gusto della carne convenzionale. Anche questa azienda sta progettando di aprire uno stabilimento nei Paesi Bassi.

    Negli Stati Uniti le startup del settore hanno raccolto 857 milioni di dollari di capitale nello stesso periodo di tempo. Israele è seguito dalla Cina con 120 milioni di dollari di investimenti, Singapore con 104 milioni di dollari e la Francia con 96 milioni di dollari.

    La ricerca del GFI ha evidenziato anche la crescita di altre aziende israeliane come Peace of Meat e Aleph Farms.

    “Questo è un settore giovane e coinvolgente, che, oltre al profitto, offre l’opportunità di modificare il sistema alimentare a livello globale” – ha affermato Aviv Oren del GFI Israel.

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