I risultati delle elezioni sono ancora parziale, ma si delinea la vittoria del premier uscente. “E’ stata la più grande vittoria della mia vita”, così Benjamin Netanyahu ha rivendicato ieri sera il successo elettorale alle elezioni parlamentari in un discorso all’Expo Tel Aviv. ”Abbiamo seminato da nord a sud. Non c’è nessuno come i cittadini di Israele. Gli israeliani si fidano di noi perché sanno che abbiamo dato loro i migliori dieci anni della storia di Israele”, ha aggiunto.”La vittoria è ancora più dolce perché è stata contro ogni previsione e siamo stati elogiati”, ha detto alla folla che lo ha acclamato come ”Bibi, re di Israele”.
Netanyahu ha ragione per essere soddisfatto: la rimonta che ha messo in piedi negli ultimi 2 mesi, per queste terze elezioni politiche anticipate in meno di un anno, è stata davvero incredibile. Per settimane tutti i sondaggi continuavano a dare in vantaggio, anche se di poco, il partito “Blu e Bianco” del suo sfidante Benny Gantz. L’ex capo di stato maggiore dell’esercito israeliano aveva dimostrato una buona capacità di tenere in piedi quella che era stata definita la “coalizione dei generali”. Un partito creato all’inizio del 2019 proprio per sfidare il Likud di Netanyahu, con il sostegno fra gli altri di 3 o 4 fra ex capi di Stato maggiore e ministri della Difesa.
Secondo le ultime proiezioni sulle schede già scrutinate, il blocco di centro/destra che fa capo a Netanyahu avrebbe quindi 59/50 seggi (il Likud 37 seggi). La formazione centrista Blu e Bianco (Kahol Lavan) di Benny Gantz, si fermerebbe invece a 32-33 seggi, mentre la Lista unita dei partiti arabo-israeliani avrebbe tra 14 e 15 seggi. Dieci seggi ciascuno dovrebbero andare i partiti religiosi Shas e al Giudaismo unito della Torah, mentre sette al partito di Avigdor Lieberman.
Nelle precedenti elezioni di settembre il Likud si era fermato a 33 seggi, mentre Blu e Bianco ne aveva raggiunti 32. Molto alta l’affluenza alle urne, pari al 71% degli aventi diritto.
Nel suo discorso di ieri notte, davanti ai suoi sostenitori, Netanyahu ha attribuito le ragioni della vittoria elettorale anche ad una serie di successi diplomatici, tra i quali il ‘Piano del secolo’ concordato con il presidente americano Trump, e “i legami con diversi leader del mondo, fra cui dirigenti di Paesi islamici ed arabi. Oman, Sudan e Ciad sono solo alcuni di loro”.