Come riportato da Israel Hayom, secondo un sondaggio condotto su un campione rappresentativo di ebrei adulti israeliani – per mezzo della piattaforma iPanel – il 60% degli intervistati crede che Israele abbia l’obbligo di aiutare le comunità ebraiche della diaspora ad affrontare situazioni di crisi. Il 67% ha dichiarato di essere disposto a fare volontariato per fornire supporto in casi di emergenza.
“Gli israeliani vogliono essere presenti per le comunità della diaspora, l’aiuto reciproco rimane un valore importante per il nostro popolo” ha detto Ayelet Nahmias-Verbin, presidente di JReady, rete di emergenza fondata dall’Agenzia Ebraica con lo scopo di assistenza alle comunità ebraiche nella gestione della pandemia.
Ma che cosa ha da offrire Israele? Oltre all’enorme capacità di lotta al terrorismo ed antisemitismo acquisita negli anni, i sondaggi indicano che lo Stato ebraico possa essere fondamentale anche nella gestione di terremoti, incendi su larga scala, lotta alla pandemia e capacità gestionale delle crisi economiche. Solo alcune delle capacità che ha facoltà di mettere a servizio.
“Incontriamo quotidianamente domande in numerose aree e siamo orgogliosi della capacità sviluppata dall’Agenzia Ebraica di creare una forte rete di sicurezza in quasi tutti i campi – continua Nahmias-Verbin – L’arruolamento di esperti senior di Israele in tutte le aree per aiutare le comunità ad affrontare la pandemia, la gestione di questioni quotidiane come tenere aperte sinagoghe e scuole ebraiche è stato straordinario”.