L’informatizzazione del sistema sanitario e una medicina di territorio molto sviluppata: e’ questa la chiave del successo di Israele nella campagna vaccinale anti Covid in corso, secondo Arnon Shahar, responsabile della task force per il piano vaccinale al Maccabi Healthcare Services, una delle quattro strutture sanitarie pubbliche del Paese equivalenti delle Asl italiane. In un colloquio con l’AGI, Shahar ha spiegato: “In Israele siamo partiti molto bene con la campagna vaccinale anti Covid perche’ ci siamo preparati in tempo, organizzandoci in anticipo rispetto all’arrivo dei vaccini. Abbiamo anche scritto una guida”. “Due – ha aggiunto – sono stati i fattori che hanno contribuito a questo successo: l’informatizzazione della Sanita’ e una Medicina di territorio molto sviluppata. Il fascicolo sanitario elettronico funziona molto bene da noi e ci e’ tornato davvero utile in questa fase. All’inizio – ha precisato – siamo partiti con una campagna di comunicazione che ha visto i medici e anche alcuni politici vaccinarsi, per dare l’esempio. Adesso stiamo vaccinando tra 12 e 14 ore al giorno. Siamo 9 milioni di abitanti e abbiamo gia’ somministrato la prima dose a 2,7 milioni di persone; anche la seconda a circa 1,2 milioni. Quasi 4 milioni di israeliani hanno, quindi, ricevuto almeno una dose. Per gli over 70 abbiamo raggiunto dei numeri veramente significativi”.
“Il vaccino che stiamo somministrando e’ quello della Pfizer, ma abbiamo anche circa 100 mila dosi di Moderna, che per ora non utilizziamo. Adesso anche noi stiamo un po’ rallentando con le dosi Pfizer, ma Israele e’ un Paese piccolo, non necessitiamo di grandi numeri”. Ad ogni modo, ha aggiunto, “sono convinto che il nostro modello di campagna vaccinale fara’ da esempio”. Come funziona il sistema? “E’ semplice: i cittadini ricevono un sms o una e-mail con un link. Cliccandoci sopra si prenota un doppio appuntamento: quello per la prima dose e quello per la seconda. Ci si presenta nella struttura indicata, che puo’ essere una clinica come una palestra, muniti della propria tessera sanitaria elettronica. E’ tutto organizzato in modo tale da evitare assembramenti. Appena la dose e’ stata inoculata viene immediatamente scritto nel fascicolo sanitario elettronico della persona”. Nel Paese, ha proseguito Shahar, “abbiamo anche noi il problema di una quota di no vax, ma le persone adesso ci stanno ripensando vedendo i danni causati dalla terza ondata. Cio’ che mi preme sottolineare – conclude il medico – e’ che siamo riusciti a creare un incremento della richiesta del vaccino grazie alle azioni messe in campo”. (AGI)