Un anno dal pogrom di Hamas in Israele, un attacco senza precedenti in cui oltre un migliaio di civili sono stati barbaramente uccisi e oltre trecento fatti prigionieri. Tante le iniziative che hanno avuto luogo nello Stato Ebraico per ricordare quella giornata dolorosa che ha aperto le porte ad una guerra che va avanti da un anno, ininterrottamente. La giornata è iniziata con un momento di silenzio a Gerusalemme in cui i familiari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas si sono riuniti alle 6:29 del mattino. Sotto il suono della sirena, che ha ricordato loro il momento in cui l’attacco terroristico di Hamas è iniziato un anno fa, i parenti e gli amici degli ostaggi hanno pianto e pregato per il loro ritorno.
Contestualmente, migliaia di persone si sono recate nel luogo dove un anno fa fu allestito il Nova Music Festival, per commemorare il primo anniversario del massacro. Presente anche il Presidente Isaac Herzog, che ha osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime assassinate dai terroristi durante il festival. Successivamente Herzog ha deposto una corona di fiori e acceso candele commemorative in onore degli israeliani uccisi, accompagnato dalle loro famiglie. “Siamo qui oggi, dopo un anno intero, e loro sono ancora lì. Sono passati 365 giorni eppure sembra che la situazione sia solo peggiorata”, ha detto Naama Weinberg, il cui cugino Itay Svirsky è stato ucciso durante la prigionia di Hamas.
Parallelamente, il presidente della Knesset Amir Ohana e il capo della Sicurezza della Knesset hanno osservato un minuto di silenzio prima che le bandiere israeliane alla Knesset venissero ammainate a mezz’asta. Quando calerà il buio – la sera del 7 ottobre – la Knesset sarà illuminata di blu e bianco, con un nastro giallo che rappresenta gli ostaggi. Nel fine settimana, le famiglie degli ostaggi hanno organizzato numerose manifestazioni in tutto il paese, chiedendo il rientro a casa dei loro cari, ancor prima del primo anniversario dell’attacco di Hamas del 7 ottobre.