Un violento scontro questa notte tra Hamas e Israele ha fatto risalire d’un colpo la tensione a Gaza, tanto da costringere il premier Benyamin Netanyahu ad anticipare il ritorno da Parigi in patria. Secondo fonti mediche della Striscia ci sono 6 morti palestinesi e sei feriti. Tra i primi anche Nour Barake, comandante del braccio militare dell’organizzazione a Khan Younes nel sud di Gaza dove tutto è cominciato. L’uccisione di Barake è stata attribuita da Hamas all’azione di una unità d’elite israeliana penetrata all’interno della Striscia. Non è chiaro in quali circostanze ma durante lo scontro è rimasto ucciso anche un soldato israeliano e un altro risulta ferito.
L’esercito israeliano ha confermato che “durante una sua attività operativa all’interno della Striscia di Gaza si è sviluppato uno scontro a fuoco”. Fonti locali della Striscia hanno riferito che le fazioni armate palestinesi hanno proclamato lo stato di massima allerta. Immediatamente dopo i fatti nelle zone israeliane a ridosso della Striscia sono risuonate, almeno tre volte, le sirene di allarme anti-missili. Il portavoce militare ha riferito che “sono stati identificati due lanci dalla Striscia e che entrambi sono stati intercettati dall’Iron Dome. Alle popolazioni del sud di Israele è stato detto di restare vicini ai rifugi. Le rotte di arrivo e di partenza per i voli dell’aeroporto Ben Gurion sono state spostate più a nord vista la situazione. Negli ultimi giorni era apparso che la tensione con Gaza si fosse allentata visti i tentativi di mediazione portati avanti dall’Egitto e anche dall’Onu. Israele inoltre aveva consentito che l’ambasciatore del Qatar portasse 15 milioni di dollari in contanti per gli stipendi dei dipendenti pubblici di Hamas. Una mossa che lo stesso Netanyahu ha difeso dalla critiche sorte anche nel suo governo. “Queste cose, sotto certe condizioni, vanno fatte in modo da prevenire una crisi umanitaria. Abbiamo svolto discussioni serie – ha spiegato il premier da Parigi dove si trovava per il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale – ed è questione di alternative”. Poi ha aggiunto che non “esiste una soluzione politica per Gaza così come per l’Isis” ma ha anche spiegato che sta “facendo di tutto per evitare una guerra non necessaria”.