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    Chi è Dani Dayan, il nuovo presidente dello Yad Vashem

    Il nuovo presidente di Yad Vashem, Dani Dayan, è uomo dotato di pragmatismo e accortezza. Si desume dal suo curriculum. Come imprenditore ha fondato la società Elad Software Systems e come diplomatico è stato Console Generale di Israele a New York tra il 2016 e il 2020. E si legge tra le righe delle sue prime dichiarazioni, divulgate dalla maggiore istituzione mondiale sulla Shoah, nella nota con cui è stata ufficializzata la sua nomina. “Sulle nostre spalle – ha esordito Dayan – ricade la responsabilità di ricercare ed educare, documentare e divulgare, convalidare verità storiche sulla Shoah fondate sui fatti e rifiutare ogni forma di distorsione”. Parole che suonano come un proponimento, nel momento in cui tra Israele e Polonia è in corso una disputa diplomatica a causa dell’approvazione, a Varsavia, di una legge che limita fortemente le richieste sugli indennizzi dei beni ebraici sottratti durante la Seconda Guerra mondiale.

     

    Dani Dayan, 65 anni, nato a Buenos Aires, in Argentina, è emigrato in Israele con la famiglia nel 1971, all’età di 15 anni. Una laurea in economia e informatica all’Università Bar Ilan e un master in finanza all’ateneo di Tel Aviv, è stato Presidente del Consiglio YESHA, l’organizzazione che rappresenta gli insediamenti ebraici in Cisgiordania, dal 2007 al 2013. Laico ma tradizionalista, elogiato da figure di spicco dei movimenti ebraici non ortodossi per il suo sostegno al pluralismo religioso in Israele, vive a Ma’ale Shomron, un insediamento israeliano in Cisgiordania, ed insegna all’Università di Ariel. Ex-sostenitore di Benjamin Netanyahu, oggi è membro del partito “Nuova Speranza”, schierato al fianco dell’attuale ministro della Giustizia Gideon Sa’ar.

     

    La nomina di Dayan alla guida di Yad Vashem, dopo la presidenza di Avner Shalev che durava dal 1993, ha messo fine alle polemiche divampate quando il precedente governo aveva annunciato l’intenzione di proporre l’ex ministro e membro della Knesset Efi Eitam, avversato dai ricercatori. “Ringrazio il premier Naftali Bennett e il ministro dell’educazione Dr. Yifat Shasha-Bitton per la fiducia accordatami. Guidare Yad Vashem è più che una carica: è una missione che affronto con timore e reverenza”, ha detto Dayan.

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