Secondo i dati riportati dal ministero del Turismo, oltre due milioni di turisti hanno visitato Israele tra gennaio e ottobre e si prevede che il numero salirà a circa 2,5 milioni entro la fine del 2022.
Cifre ben lontane rispetto a quelle registrate nel 2019, quando Israele ha accolto circa 4,5 milioni di turisti, ma i numeri mostrano segni di ripresa per il turismo in entrata, ha affermato il ministero. Lo Stato Ebraico ha riaperto i suoi cieli solo a marzo, revocando quindi la maggior parte delle restrizioni di viaggio legate al COVID. Tuttavia, i cittadini stranieri sono tenuti a portare polizze assicurative sanitarie con copertura per il trattamento COVID-19 a partire da questa estate.
Anche i dati del settore alberghiero sono promettenti e danno segni di ripresa. Secondo il Central Bureau of Statistics (CBS), tra gennaio e ottobre di quest’anno sono stati registrati 19,3 milioni di soggiorni in hotel rispetto ai 21,8 milioni dello stesso periodo del 2019. Complessivamente, quest’anno l’occupazione alberghiera finora è stimata al 61% rispetto al 70% dei primi nove mesi del 2019. Dei 19,3 milioni di soggiorni in hotel registrati, 5,6 milioni (29%) sono turisti stranieri e oltre 13 milioni gli israeliani. Rispetto al 2019, il turismo domestico è in crescita e gli esperti del settore ritengono che un numero maggiore di israeliani rimarrà in vacanza nel Paese, anche se gli arrivi continueranno comunque a crescere.
La ripresa più forte è stata nel sud di Israele, dove i tassi di occupazione hanno raggiunto il 68,8% tra gennaio e ottobre, rispetto al 70,9% prima della pandemia. Gli hotel di Eilat e della regione del Mar Morto hanno registrato entrambi oltre il 70% di occupazione per il mese di ottobre, secondo l’istituto di statistica israeliano.
Mentre l’occupazione alberghiera nell’area di Gerusalemme ha raggiunto il 54,4% tra gennaio e ottobre, a Tel Aviv i tassi di occupazione sono in calo rispetto al picco del 74,5% del 2019.
Per aumentare gli sforzi di ripresa del turismo e soddisfare la domanda, Israele ha lavorato costantemente per aumentare e diversificare il numero di camere d’albergo. Il Ministero del Turismo ritiene infatti che vi sia una carenza di hotel di lusso di livello internazionale e anche di hotel moderni ed economici a prezzi inferiori.
Attualmente la proprietà alberghiera in Israele è in gran parte limitata a sette gruppi nazionali: Atlas Hotels, Brown Hotels, Dan Hotels, Fattal Hotel Group, Isrotel, Prima Hotels e Orchid Hotels. Mentre il numero di catene alberghiere globali ha una presenza limitata sul territorio, ma che il dicastero presieduto da Yoel Razvozov vorrebbe aumentare, offrendo sovvenzioni per investimenti in nuovi hotel e sostanziali ampliamenti degli hotel esistenti.
51 hotel sono attualmente in fase di pianificazione e Israele spera di raddoppiare il numero di turisti pre-COVID fino a oltre 10 milioni di visitatori entro il 2030.