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    Affermazioni antisemite di un investigatore dell’Onu. Il Consiglio per i diritti umani finisce nella bufera

    Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite è finito nella bufera negli ultimi giorni dopo che Miloon Kothari, uno degli investigatori della Commissione d’inchiesta incaricata di indagare sulle accuse di violazioni dei diritti umani da parte di Israele durante l’ultimo conflitto con Hamas, ha fatto delle affermazioni antisemite e ha parlato contro lo status di Israele come membro dell’ONU.


    In un’intervista su Mondoweiss, sito web dichiaratamente anti-israeliano, Kothari ha dichiarato: “Siamo molto scoraggiati dai social media che sono controllati in gran parte dalla lobby ebraica”. Sostenendo inoltre che avrebbe voluto “sollevare la questione del perché Israele sia un membro delle Nazioni Unite”.


    Dichiarazioni antisemite che non sono passate inosservate dal governo israeliano e da diverse istituzioni ebraiche, presenti a Ginevra nel Consiglio per i diritti umani.


    Meirav Eilon Shahar, ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite a Ginevra, ha chiesto che Kothari venga rimosso dalla sua posizione, mentre Keren Hajioff, portavoce internazionale del primo ministro Yair Lapid, ha affermato che “la comunità internazionale dovrebbe essere indignata dai commenti antisemiti di Miloon Kothari”. 

    “Le sue osservazioni razziste sulla ‘lobby ebraica’ che controlla i media e le sue domande sul diritto di Israele di esistere come membro della famiglia delle nazioni – fanno eco ai giorni più bui dell’antisemitismo” ha aggiunto.


    Anche diplomatici e funzionari di Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna si sono espressi contro le osservazioni di Kothari, in particolare Linda Thomas Greenfield, ambasciatrice degli Stati Uniti presso l’ONU, ha affermato che “non dovrebbe esserci posto per tale antisemitismo e tale sentimento anti-israeliano alle Nazioni Unite” e che queste osservazioni “non possono rimanere senza risposta”.


    Deborah E. Lipstadt, inviata speciale degli Stati Uniti per monitorare e combattere l’antisemitismo, ha affermato che le osservazioni sono “oltraggiose”, in particolare da un membro nominato di una Commissione d’inchiesta, con il quale Israele ha precedentemente affermato che non collaborerà, affermando che i suoi membri “hanno ripetutamente preso posizioni pubbliche e ostili contro Israele proprio sull’argomento che sono chiamati a indagare in modo indipendente e imparziale”.


    Israele e gli Stati Uniti si erano opposti alla Commissione sin dall’inizio, in particolare data la sua natura insolita di indagine permanente a tempo indeterminato, al contrario della maggior parte dei casi, che hanno periodi di indagine fissi.


    “L’ONU ha il compito di mantenere l’equità e la neutralità nel suo lavoro, ma questa commissione è equa e neutrale?” ha chiesto Seth J. Riklin, presidente di B’nai B’rith International. Daniel S. Mariaschin, CEO dell’associazione, ha aggiunto: “Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha esteso il suo singolare record di pregiudizi contro Israele con questa nuova di molte commissioni anti-israeliane, ma ha reso evidenti le sue intenzioni condannando persino Israele prima che la commissione prendesse forma. E i commissari stanno nuovamente rendendo molto evidenti le proprie intenzioni, con affermazioni palesemente deplorevoli come “controllo ebraico dei social media”.”


    Il Centro Simon Wiesenthal ha scritto una lettera all’ambasciatore Linda Thomas-Greenfield, per sollecitare un’azione degli Stati Uniti contro la  Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite, chiedendo “all’amministrazione di esprimere pieno sostegno alla proposta di legislazione bipartisan al Congresso per eliminare la Commissione d’inchiesta anti-israeliana”.


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