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    ISRAELE

    “Abbiamo imparato a rialzarci più forti di prima”: le soldatesse dell’IDF parlano della riabilitazione dopo il 7 ottobre

    Karina Drachev e Michelle Rukovitzin si sono arruolate nell’IDF senza immaginare quello che avrebbero dovuto vivere. Le gravi ferite riportate il 7 ottobre le hanno costrette ad affrontare una realtà che non avrebbero mai immaginato. In vista della Giornata internazionale della donna, le loro storie sono esempi di forte ispirazione per tutte le donne tra difficoltà e resilienza.
    Quando a Karina Drachev vennero offerte le opzioni per il servizio nell’IDF, sapeva esattamente cosa volesse. “Volevo essere una combattente più di ogni altra cosa – ha raccontato in un’intervista a Ynet – Non riuscivo ad immaginare altro. Mi sono arruolata nel battaglione Karakal. Il 7 ottobre ero alla base per il weekend. Il 1° novembre sono uscita per un giro di pattuglia e, otto ore dopo, il mezzo in cui mi trovavo si è ribaltato. La mia gamba era completamente schiacciata. Quando mi sono svegliata dall’anestesia, il medico mi ha detto che era una ferita grave e che non potevano salvarmi la gamba”.
    Anche Michelle Rukovitzin ha raccontato a Ynet la sua storia. “Ero un tecnico di sistemi di intelligence sul campo, riparavo telecamere e radar e amavo il mio lavoro. Ho fatto il servizio obbligatorio in Libano, e ho deciso di rimanere per cominciare la carriera militare. Poi mi sono trasferita per prestare servizio a Gaza – racconta Michelle – Il giorno prima del 7 ottobre, abbiamo dovuto gestire un malfunzionamento fino alle 4 del mattino. Siamo tornati alla base, ho dormito per due ore, e poi mi sono svegliata con il suono degli allarmi provenienti dalla sala operativa”. Così Michelle ricorda il giorno orribile in cui è rimasta ferita. “Sono corsa al rifugio, ed è stato allora che è stata lanciata la prima granata: mi hanno colpita alla gamba e sono svenuta. Hanno lanciato un ordigno esplosivo, sparato in tutte le direzioni… Solo alle 22:00 i ragazzi di Egoz – un’unità d’élite delle IDF – mi hanno trovata a terra quando sono venuti a sgomberare la base”.
    La soldatessa riportava sul corpo ferite molto profonde. “Sono stata colpita al piede, due volte alla schiena, due volte tra l’anca e la gamba, una volta alla lingua e avevo schegge persino in testa: questa è solo una parte della lista. Non potevo parlare, non potevo mangiare ed ero paralizzata in tutti e quattro gli arti. Oggi posso parlare, mangiare quello che voglio e camminare con l’aiuto di qualcuno. La mia mano sinistra non si muove ancora. I dottori hanno detto alla mia famiglia che non sapevano se mi sarei mai svegliata e, se lo avessi fatto, non sapevano se avrei continuato ad essere la me stessa di sempre. Ma eccomi qui, più me stessa che mai”.
    Ferite profonde, non solo fisiche ma anche psicologiche che hanno cambiato radicalmente la vita e il futuro di entrambe. “Sognavo di restare nell’esercito, sposarmi e costruire una famiglia. Ora, vivo alla giornata. La vecchia Michelle non tornerà, e quindi anche i miei sogni sono cambiati. Oggi, il mio sogno è di poter ballare al mio matrimonio. Faccio discorsi e racconto la mia storia: le persone si commuovono, mi dicono che le ispiro. Abbiamo imparato a risorgere più forti di prima” ha raccontato Michelle. “Avevo un percorso chiaro: mi sarei congedata ad aprile. Mi restavano quattro mesi nell’esercito e avevo in programma di riposarmi e iniziare a studiare. Proprio la settimana scorsa, sono stata finalmente dimessa dall’ospedale, ed era la cosa che desideravo di più. Quando ti rendi stai per morire, vedi tutto da una prospettiva diversa. Vuoi vedere di più, sperimentare di più, apprezzare di più tutto. Capisci che la vita può finire in un istante. I piani che avevo prima erano importanti, ma ora voglio solo godermi la vita. Me lo merito” ha commentato invece Karina.
    Una giornata internazionale per celebrare la donna: “Sono una soldatessa combattente e lo sarò sempre. Abbiamo bisogno di questa giornata per onorare le donne forti. Sono orgogliosa di aver combattuto e di essere stata ferita mentre difendevo la mia patria” ha condiviso Karina. “È importante usare questa giornata per mostrare quanto sono forti le donne così da essere d’ispirazione per le altre donne” ha concluso Michelle.

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