Martedì quasi 300mila persone si sono presentate
alla “March for Israel”, la più grande manifestazione ebraica della storia
degli Stati Uniti. La manifestazione è stata organizzata al National Mall di
Washington dove centinaia di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per
chiedere il rilascio degli ostaggi presi da Hamas durante l’attacco
terroristico del 7 ottobre e per condannare l’antisemitismo.
La
manifestazione è stata organizzata dalle Jewish Federations of North America e
Conference of Presidents of Major American Jewish Organizations. Gli organizzatori avevano
richiesto l’autorizzazione per circa 60.000 persone, ma il giorno
dell’appuntamento molti più manifestanti si sono messi in fila per superare i
controlli di sicurezza.
La folla ha raggiunto la capitale con voli e pullman
organizzati da sinagoghe, centri comunitari, organizzazioni e scuole ebraiche
da ogni parte degli Stati Uniti. È stato possibile seguire la diretta della
giornata anche in streaming.
Il presidente israeliano Isaac Herzog è intervenuto
alla manifestazione in collegamento video dal Muro di Gerusalemme, chiedendo la
liberazione degli ostaggi a Gaza: «Oggi ci siamo riuniti, come una famiglia,
una grande mishpachà, per marciare per Israele. Marciamo per i neonati, i
bambini e le bambine, le donne e gli uomini brutalmente tenuti ostaggio da
Hamas». Herzog ha anche evidenziato che «Marciamo per il diritti di ogni ebreo
di vivere fieramente ed in sicurezza in America, in Israele e in tutto il
mondo. E soprattutto, ci siamo riuniti per marciare per il bene contro il male,
per la moralità umana contro la sete di sangue. Marciamo per la luce sopra
l’oscurità». Durante la protesta sono saliti sul palco alcuni cantanti
israeliani, Yishai Ribo e Omer Adam, che ha cantato l’ Hatikqwa, l’inno
nazionale israeliano.
La giornata era stata descritta come “un’opportunità
per tutti gli americani di unirsi in solidarietà con il popolo di Israele, e
dimostrare il nostro impegno nei confronti del più grande alleato degli Stati
Uniti in Medio Oriente, per condannare la crescente tendenza alla violenza e
agli atti antisemiti e per chiedere che ogni ostaggio venga immediatamente
rilasciato in sicurezza”.
Dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre,
la Anti-Defamation League ha registrato 312 atti antisemiti negli Stati Uniti,
un aumento del 338% di atti di vandalismo, molestie e aggressioni rispetto allo
stesso periodo dello scorso anno.
Hakeem Jeffries, leader della minoranza alla Camera
rivolgendosi alla folla ha spiegato che «Il popolo ebraico è stato
violentemente espulso dal Medio Oriente, dopo essere stato sistematicamente
assassinato dal regime nazista. Il popolo ebraico è stato violentemente
attaccato da Hamas il 7 ottobre, provocando la più grande perdita di vite umane
ebraiche in un solo giorno dalla Shoah. Quindi siamo qui per dichiarare
inequivocabilmente NeverAgain. Mai più. Mai più. Lo Stato di Israele deve
esistere come rifugio sicuro per il popolo ebraico».
Chuck Schumer, leader della maggioranza al Senato,
ha detto alla folla che «Quando Hamas dice dal fiume al mare (from the river to
the sea), intende dire che tutto l’attuale Israele dovrebbe essere una terra
libera dagli ebrei».
Mike Johnson, presidente della Camera degli Stati
Uniti ha aggiunto che «Abbiamo sentito molti “from the river to the sea”, dal
fiume al mare, e sono convinto che molti studenti universitari che sono
impegnati in queste proteste non capiscano che si tratta di un appello
esplicito allo sterminio di Israele».