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    INNOVAZIONE

    Scoperto ‘Vibrio sessaei’: il batterio chiamato così in onore di Guido Sessa, pioniere della microbiologia e membro della Comunità Ebraica di Roma

    In un tempo segnato dai cambiamenti climatici e dalla diffusione di nuovi agenti patogeni, arriva da Israele una notizia che unisce scienza e memoria: un gruppo di ricercatori dell’Università di Tel Aviv, guidati dal Prof. Dor Salomon, ha scoperto un nuovo ceppo batterico nelle acque del Mediterraneo orientale, assegnandogli il nome Vibrio sessaei in onore del Prof. Guido Sessa, illustre microbiologo italiano scomparso nel 2023 e figura di spicco nella Comunità Ebraica di Roma.
    Il nuovo batterio appartiene al genere Vibrio, che comprende microrganismi marini noti per la loro capacità di adattarsi a diversi ambienti e, in alcuni casi, per la loro pericolosità per la salute umana e animale. Ciò che rende Vibrio sessaei particolarmente interessante è la presenza di specifici “sistemi di secrezione” e tossine che potrebbero renderlo più competitivo rispetto ad altri batteri e potenzialmente patogeno. La sua scoperta rappresenta un importante passo avanti nella comprensione dell’ecosistema marino e delle minacce che esso può nascondere.
    Ma la scoperta ha anche un valore simbolico e umano: intitolare un nuovo ceppo batterico al Prof. Sessa significa riconoscere il contributo fondamentale che egli ha dato allo sviluppo della microbiologia in Israele, dove ha formato generazioni di scienziati, e al tempo stesso perpetuare la sua eredità nel mondo della ricerca.
    La presenza di Vibrio sessaei nelle acque costiere israeliane, in una regione delicata dal punto di vista ambientale e geopolitico, richiama l’attenzione sull’importanza di una costante sorveglianza degli ecosistemi marini. In un’area già provata da tensioni politiche e conflitti, l’emergere di patogeni legati al riscaldamento globale potrebbe avere ripercussioni anche economiche, colpendo settori chiave come la pesca e il turismo.
    Questo episodio sottolinea quanto sia fondamentale, oggi più che mai, una stretta collaborazione tra istituzioni scientifiche e politiche per affrontare minacce sanitarie che non conoscono confini. E allo stesso tempo ci ricorda come la scienza possa anche essere un atto di memoria e gratitudine verso chi ha dedicato la vita allo studio e al bene comune.
    La Comunità Ebraica di Roma può essere orgogliosa di vedere il nome del Prof. Guido Sessa associato a una scoperta così significativa: un segno tangibile del suo lascito, che continua a vivere e a ispirare.

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