Fonti giornalistiche, come sempre non confermate né smentite da Israele, attribuiscono alle forze aeree israeliane due bombardamenti avvenuti nella settimana scorsa su basi e depositi missilistici iraniani in Iraq, forse opera di droni, della cui costruzione cui Israele è un leader mondiale, forse degli F-35 “Adir”. Di questi ultimi si è detto che hanno fatto visita non gradita né rilevata, sopra il cielo di Teheran e dei più importanti impianti nucleari dell’Iran. Gli ayatollah, d’altro canto, fra una operazione di pirateria e l’altra nel Golfo persico, hanno fatto gran clamore propagandistico sul lancio di prova di un missile balistico di precisione a medio raggio, cioè capace giusto di raggiungere il territorio israeliano. Israele però ha fatto sapere di aver testato in Alaska con grande successo insieme all’esercito americano l’ultima versione del suo razzo antimissile Arrows, che può fermare i missili come quelli iraniani prima che rientrino nell’atmosfera. Insomma i preparativi e le prove per una possibile guerra missilistica fra Iran e Israele sono in pieno svolgimento. Speriamo che restino parte di una guerra psicologica, di un gioco strategico di minacce e di interdizioni e che non si realizzino mai, perché il costo sarebbe altissimo. Ma vale la pena di sottolineare l’asimmetria: Israele non vuole distruggere l’Iran, mentre è vero il contrario. Israele non cerca di espandere le sue posizioni in altri stati, l’Iran sì. Israele però si difende efficacemente dalle minacce che percepisce, ha colpito centinaia di volte le concentrazioni di armamenti con cui l’Iran prepara l’assalto, mentre l’Iran non è mai riuscito a colpire Israele. Non perché non voglia, ma per la superiorità tecnologica israeliana che lo impedisce. La forza di Israele impedisce la guerra, quella dell’Iran la scatenerebbe. Sono dati evidenti. Lo capiscono tutti, gli Usa, gli arabi, perfino la Russia, che dell’Iran è alleata. Solo l’Europa non riesce o non vuole capire e si schiera per quanto può in aiuto dei feroci preti iraniani. Possiamo solo sperare che rinsavisca prima di distruggersi ancora una volta con le proprie mani.
Ugo Volli