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    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Shemòt: Persecuzioni e esplosione demografica degli ebrei

    La famiglia di Ya’akov in Egitto si moltiplicò oltre misura al punto che gli egiziani cominciarono a preoccuparsi che questo gruppo di stranieri era diventato più numeroso di loro e presentava un pericolo: “Allora sorse sull’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Yosef. E disse al suo popolo: «Ecco che il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più forte di noi. Prendiamo provvedimenti nei suoi riguardi per impedire che aumenti, altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà contro di noi e poi partirà dal paese». Allora vennero imposti loro dei sovrintendenti ai lavori forzati per opprimerli con i loro gravami, e così costruirono per il faraone le città-deposito, cioè Pitom e Ramses. Ma quanto più opprimevano il popolo, tanto più si moltiplicava e cresceva oltre misura; e si cominciò a sentire come un incubo la presenza dei figli d’Israele (Shemòt, 1:8-12).

    Quando questo provvedimento non servì a controllare la crescita demografica degli israeliti “… il re d’Egitto disse alle levatrici degli Ebrei, delle quali una si chiamava Shifrà e l’altra Puà: «Quando assistete al parto delle donne ebree, osservate quando il neonato è ancora tra le due sponde del sedile per il parto: se è un maschio, lo farete morire; se è una femmina, potrà vivere». Ma le levatrici temettero Dio: non fecero come aveva loro ordinato il re d’Egitto e lasciarono vivere i bambini. Il re d’Egitto chiamò le levatrici e disse loro: «Perché avete fatto questo e avete lasciato vivere i bambini?». Le levatrici risposero al faraone: «Le donne ebree non sono come le egiziane: sono piene di vitalità: prima che arrivi presso di loro la levatrice, hanno già partorito!»” (Ibid., 15-19).

    Avraham ibn ‘Ezra (Tudela, 1089-1167, Calahorra) spiega che Shifrà e Puà erano le sovraintendenti di tutte le levatrici, perché due sole non avrebbero potuto occuparsi di tante madri.  R. ‘Ovadià Sforno (Cesena, 1475-1550, Bologna), commenta invece che il faraone voleva iniziare l’esperimento del “controllo delle nascite” solo nella città capitale dell’Egitto e due levatrici erano sufficienti.

    Eli’ezer Ashkenazi (Italia, 1512-1585, Cracovia) che fu rav a Cremona, citando il Talmud (Sotà, 11b) suggerisce che i nomi Shifrà e Puà indicano due categorie di levatrici: col nome Puà erano chiamate le levatrici che confortavano il neonato con la loro voce quando nasceva; col nome Shifrà erano chiamate le levatrici che lavavano e abbellivano i neonati. Egli aggiunge che anche ai suoi giorni vi erano due donne che aiutavano la madre durante il parto: la levatrice porgeva il neonato alla sua assistente mentre lei, dopo la nascita, si occupava della placenta.

    Ashkenazi afferma che le due levatrici delle donne ebree erano egiziane. E commenta che è meraviglioso che, pur essendo egiziane, ebbero timore di Dio e non obbedirono agli ordini del faraone. Nel versetto è scritto: “E poiché le levatrici avevano temuto Dio, egli fece per loro delle case” (ibid., 21). R. Ashkenazi spiega che quando le levatrici risposero che le donne ebree hanno già partorito prima che arrivi presso di loro la levatrice, il faraone decise di fare delle case per gli ebrei che abitavano al di fuori della città e le fece in città nel mezzo delle abitazioni degli egiziani. Poi diede ordine agli egiziani che abitavano vicino agli ebrei di gettare i neonati maschi dei loro vicini ebrei nel Nilo. Infatti così è scritto: “Allora il faraone diede quest’ordine a tutto il suo popolo: «Ogni figlio maschio che nascerà agli Ebrei, lo getterete nel Nilo, ma lascerete vivere ogni figlia»” (ibid., 22).Shelomò Ohev di Ragusa, ora Dubrovnik (XVI-XVII sec. E.V.), nel suo commento Shèmen Hatòv a questa parashà cita r. Perahya Formon di Salonicco, che spiega quale sia la connessione tra le persecuzioni contro gli ebrei da parte del faraone e la loro “esplosione demografica”. Egli spiega che per dare la Torà al popolo d’Israele era necessario che il loro numero arrivasse a seicentomila. Se il faraone non li avesse perseguitati, la popolazione ebraica sarebbe cresciuta in modo naturale fino a raggiungere quel numero necessario per uscire dall’Egitto e ricevere la Torà. Ma le persecuzioni fecero sì che la situazione divenisse intollerabile. Pertanto il Santo Benedetto fece in modo che la popolazione ebraica si moltiplicasse in modo miracoloso per potere uscire prima dal paese.

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